La famiglia e la malattia: così hanno stanato Messina Denaro - Live Sicilia

La famiglia e la malattia: così hanno stanato Messina Denaro

I carabinieri stanno perquisendo la macchina e una serie di immobili. Il latitante si trovava in Sicilia certamente da diversi mesi

PALERMO – Le microspie captano i dialoghi dei familiari. Circa tre mesi fa i parenti di Matteo Messina Denaro iniziano a discutere di qualcuno che sta male. Non lo dicono in maniera chiara, ma le orecchie dei carabinieri del Ros sono allenate per capire cosa si celi dietro. L’intuizione è giusta. Stamani il blitz e l’arresto.

Vengono analizzati i dati delle persone in cura per malattie oncologiche in Sicilia. Si scopre che c’è un soggetto sessantenne che è stato sottoposto ad un intervento chirurgico alla clinica La Maddalena di Palermo. Ha una grave patologia al colon.

Per la verità si è trattato di una seconda operazione, successiva a quella eseguita in un’altra struttura sanitaria siciliana. Probabilmente all’Abele Ajello di Mazara del vallo. Si scopre che stamani è previsto che il paziente esegua alcune analisi propedeutiche all’inizio di un ciclo di chemioterapia.

Per il precedente intervento chirurgico e l’appuntamento di stamani il capomafia è registrato con il documento di Andrea Bonafede. Ed ecco la leggerezza commessa dal padrino corleonese.

Andrea Bonafede esiste davvero, è nipote dello storico capomafia Leonardo deceduto nel 2020. Il giorno in cui risulta che sia stato operato in realtà il suo telefonino ha agganciato le celle a Campobello di Mazara.

Qualcun altro, dunque, è andato in clinica. La notte scorsa i militari, coordinati dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e dall’aggiunto Paolo Guido, organizzano un imponente ma silenzioso sistema di controllo in clinica.

Messina Denaro si muove in macchina dalla provincia trapanese. Al volante c’è Giovanni Luppino. Arriva nella struttura nel quartiere San Lorenzo. Quando con il documento si registra all’accettazione scatta l’alert. Intervengono i carabinieri. Lo circondano, il padrino sembra volersi allontanare. Il suo è uno scatto nervoso, nulla di più. Un carabiniere gli chiede come si chiama, lui risponde “Matteo Messina Denaro”.

Finisce la sua latitanza. I carabinieri stanno perquisendo la macchina e una serie di immobili. Il latitante si trovava in Sicilia certamente da diversi mesi. Niente soffiate, telefonate anonime, pentiti o spioni. Nulla di tutto ciò, Messina Denaro è stato arrestato grazie ad un’operazione vecchio stampo.


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