La finanziaria ter è già "congelata" | Migliaia di stipendi a rischio - Live Sicilia

La finanziaria ter è già “congelata” | Migliaia di stipendi a rischio

Salta nuovamente la commissione bilancio. I deputati attenderanno il giudizio di parifica. Digiacomo: "Bocceremo la norma sull'assegno di cittadinanza". La "manovrina" di venti giorni fa aveva coperto però i salari solo fino al primo luglio. Nuovi ritardi in vista.

PALERMO – Altro che 2 luglio. Il presidente Crocetta, pochi giorni fa, aveva mostrato il solito, incrollabile ottimismo: “La Finanziaria è già pronta. Abbiamo fatto un ottimo lavoro. Sarà approvata entro il 2 luglio”. E invece, quella manovra è già andata a sbattere. Prima di ancora di attraccare al porto di Sala d’Ercole.

Oggi la commissione bilancio ha dovuto alzare le braccia, in segno di resa. Non è arrivato ancora nulla dalle commissioni di merito – servirà anche un passaggio in prima commissione – e quindi è stata disdetta la seduta. Se ne riparlerà la prossima settimana. Nella più ottimistica delle ipotesi, il 2 luglio. Il giorno in cui, insomma la Finanziaria, nella mente del governatore, sarebbe già stata approvata dall’Aula.

E invece, nulla. Anzi. Secondo quanto trapela, i deputati della seconda commissione sarebbero intenzionati ad attendere ancora un bel po’. Ad aspettare, insomma, il giudizio di parifica della Corte dei conti sul bilancio della Regione. Un passaggio, del resto, sollecitato dallo stesso presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, attraverso una nota che metteva in dubbio anche alcune delle coperture finanziarie previste dal governo.

In particolare, le norme che prevedono il “ripianamento del disavanzo”. Secondo il testo del governo, infatti, il disavanzo scende, per l’esercizio 2013 a 463 milioni (era previsto invece un disavanzo di oltre 600 milioni). In questo modo, il governo avrebbe potuto contare su circa 111 milioni per il 2014 e una somma molto simile per il 2015 da destinare al Fondo rischi sui cosiddetti “residui attivi” che sarebbe salito a circa 217 milioni di euro. Secondo gli uffici della presidenza dell’Ars, però, “stante la sua formulazione che prevede la ‘determinazione del disavanzo finanziario di gestione 2013’, le relative modalità di copertura finanziaria e l’appòlicazione, nell’ambito della manovra, del minore onere ripetto alle previsioni di bilancio, tale disposizione non può essere approvata prima che il rendiconto generale della regione per l’esercizio finanziario 2013, sia stato parificato dalla Corte dei conti ed il relativo disegno di legge sia stato approvato, da parte dell’Ars, come previsto dall’articolo 19 dello Statuto della Regione”. Quelle somme, insomma, non possono essere iscritte in bilancio prima dell’ok della Corte dei Conti.

E la commissione bilancio ha, di fatto, ribadito quel concetto. Quei soldi per diventare “reali” devono ricevere l’ok ufficiale dei magistrati contabili. Così, in pratica, certamente la manovra non avrà il via libera prima di metà luglio. A dire il vero, molti parlamentari parlano addirittura di un altro mese almeno di lavori. Se così fosse, l’effetto sarebbe immediato ed evidente. La “manovrina”, infatti, avrebbe coperto le retribuzioni di migliaia di lavoratori fino al primo luglio. Da lì, il vuoto. E nuovi possibili ritardi in vista dell’estate.

E il pessimismo che si sta diffondendo a Palazzo dei Normanni ha a che vedere anche col resto delle norme previste in Finanziaria. Ieri sera, ad esempio, in una riunione del gruppo Pd, molti deputati (quelli, per intenderci, dell’area cuperliana, che rappresentano metà del gruppo dei democratici all’Ars) hanno definito quella manovra “un mezzo disastro”. E dalle indiscrezioni ai fatti “reali”, il passo è stato breve, brevissimo. Uno di quei deputati, il presidente della commissione Salute Pippo Digiacomo promette già “battaglia”. Non è piaciuta, al parlamentare ragusano, una delle norme che invece il governatore considera un fiore all’occhiello di questa “Finanziaria ter”. Si tratta dell’articolo che prevede un assegno di cittadinanza per le famiglie il cui reddito Isee sia inferiore ai 5 mila euro annui. Una misura per la quale il governo ha stanziato una trentina di milioni di euro.

“O il governo ritira quella norma – attacca però Digiacomo – o la commissione Sanità la boccerà. Noi non diamo sussidi, diamo lavoro. Non so – aggiunge Digiacomo – quale mente illuminata abbia partorito questa legge. E mi chiedo, visto che in giunta c’è un assessore come Linda Vancheri, che rappresenta la Confindustria siciliana, se anche quell’assessore è d’accordo con queste forme di assistenzialismo? Gli industriali non hanno chiesto di dire no a queste forme di sostegno e di lavorare invece a strumenti che favoriscano il lavoro e le imprese? Comunque sia – conclude Digiacomo – per quanto mi concerne, proporrò un emendamento abrogativo di quella norma della Finanziaria. Per destinare così quei fondi ad attività che producono lavoro”.

E se davvero questa norma verrà bocciata, si agggiungerà all’altra decina di articoli che sono già stati stralciati dall’Ufficio di presidenza dell’Ars. Si tratta dell’articolo 36, che che prevedeva l’istituzione del “Consiglio regionale per i beni culturali ed ambientali e l’identità siciliana”, l’articolo 42 che prevedeva lo “spostamento” alla Segreteria generale della gestione degli interventi rivolti alle vittime di mafia e della criminalità organizzata. Inoltre, bocciati altri sette articoli che fanno capo a un unico argomento: la copertura dei sinistri derivanti da responsabilità civile degli enti del Servizio sanitario regionale. Se ne sarebbe occupato – stando all’idea del governo – direttamente la Regione. Anche queste norme dovranno far parte di un ddl autonomo. “Ma a questo punto – chiede uno dei componenti della commissione bilancio, Riccardo Savona – cosa resterà della Finanziaria di Crocetta? Non ci resterà che lavorare su una semplice legge di spesa”.


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