La forza e l'amore dei medici | Ringraziamoli restando a casa - Live Sicilia

La forza e l’amore dei medici | Ringraziamoli restando a casa

Li vedi lì esausti, in prima linea, stremati ma non mollano. Proviamo almeno ad avere rispetto

IL DIEGONALE
di
3 min di lettura

Caro Direttore,

Come sta? Lei è una persona seria e attenta e spesso l’ho disturbata per avere consigli ma anche per chiederle spiegazioni su cose che mi venivano difficili da comprendere.

Oggi non devo fare domande, tutto purtroppo mi è abbastanza chiaro.

Veda, io sono ipocondriaco e come tutti quelli che lo sono al par mio, sulle questioni che riguardano la mia salute e sui miei veri o presunti malesseri, ho spesso preoccupazioni e reazioni non proprio misurate.

In questi giorni ho pensato, molti di noi hanno avuto occasione di farlo (pensare, intendo), a quante volte i miei eccessi di preoccupazione mi hanno portato a torturare senza ritegno due miei fraterni amici ed a ricevere sempre, dico sempre, una parola di conforto e di attenzione.

Il primo dei due è Maurizio, oggi Professore ordinario di Medicina Interna, un vero scienziato. In verità è sempre stato un genio fin dai giorni del liceo da quando spudoratamente sono sempre stato a suo carico.

Il secondo è Marcello (dott. Skype) primario di Neonatologia, altro scienziato. Il giorno della nascita di mia figlia Laura doveva essere a Bologna perché era relatore in un convegno. Tornò la sera prima, la mattina assistette al parto, visitò Laura, si accertò che tutto fosse in ordine ed il pomeriggio tornò a Bologna.

Oggi che si riesce ad osservare tutto da una prospettiva diversa, più profonda, improvvisamente ti accorgi di cose che ti sono sempre state sotto gli occhi e non avevi mai visto.

Succede che hai vissuto relegando comportamenti e/o attenzioni ricevute in quella soglia di percezione superficiale di cui giornalmente fanno parte tante cose della nostra vita.

Per carità non è che non mi sia accorto del loro affetto e non lo abbia ricambiato con la stessa intensità. Mi riferisco ad altro.

Ma perché non mi hanno mai mandato a quel paese? Sia chiaro, non li ho mai risparmiati, persino nel cuore della notte.

Sì, è vero, siamo amici, amici veri. Ma non è questo, mi creda! La verità è che sono medici e sono medici dentro, nell’animo.

Il fatto è che sono fatti così, come i loro colleghi medici, nascono per fare i medici. Non conoscono stanchezza, non conoscono impazienza e pensano solo ad una cosa: prendersi cura di te con attenzione e singolare dedizione. Ne ho conosciuto tanti e mi creda sono tutti uguali. Alfredo, Angelo, Carlo, Claudio, Gianni, Giuseppe, Livia, Maria, Maria Pia, Massimo, Michele, Niki, Riccardo, Salvatore, Salvino, Simona, Stefano, Vittorio e tanti, tanti altri, senza cognomi volutamente, perché citando loro intendo riferirmi a tutti i medici. Possiedono integrità morale, forza e amore.

In questo momento lo vedi, lo tocchi con mano, li vedi lì esausti, in prima linea, stremati ma non mollano.

Non c’è molto che possiamo fare per ricambiare tanta forza e tanto coraggio ma, basterebbe almeno avere rispetto. Basterebbero al momento poche cose di buon senso.

Ed invece no, riusciamo pure ad accrescere le loro difficoltà perché non sappiamo neppure rispondere a quel poco che ci chiedono: restate a casa. Incoscienti ed anche imbecilli perché non comprendiamo che se loro si troveranno in difficoltà saremo noi tutti a pagarne le conseguenze.

Ho visto, come sarà successo anche a lei Direttore, il video del Sindaco di Delia.

Quello che emergeva da quell’appello era non tanto rabbia per non essere ascoltato ma vera e propria disperazione, frustrazione per l’impotenza di fronte a quei comportamenti incoscienti e sciagurati.

Sembrava che dai suoi occhi trasparisse l’angoscia di chi ha la consapevolezza che i suoi concittadini non capissero che dovevano scegliere se stare a casa da sani o da malati.

 


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