La giunta approva il bilancio| Il Comune punta sugli immobili - Live Sicilia

La giunta approva il bilancio| Il Comune punta sugli immobili

Tutti i numeri della manovra. Le reazioni politiche

PALERMO – Un terzo per il personale, un terzo bloccato da fondi vincolati o a copertura delle somme incerte, un altro terzo per le partecipate e, poco meno del 10%, da dividere fra tutte le altre spese. La giunta Orlando ha approvato il bilancio 2018 del comune di Palermo che adesso inizierà il suo iter a Palazzo delle Aquile con i revisori dei conti, le commissioni e poi il consiglio comunale.

Una manovra che le opposizioni non esitano a definire da “lacrime e sangue” e che, negli effetti, prova a dare una risposta ai rilievi del ministero, della Corte dei conti e degli stessi revisori. Il preventivo arriverà a meta probabilmente a novembre e il Comune dovrà fare i salti mortali per spendere le somme a disposizione, ma intanto nella maggioranza è partito il confronto.

Questa mattina l’assessore al ramo, Antonio Gentile, ha incontrato i capigruppo di maggioranza e ha illustrato quale sarà la strategia dell’amministrazione. Quattro i punti cardine: lotta all’evasione fiscale, riduzione dei fitti passivi, valorizzazione del patrimonio e abbattimento dei debiti fuori bilancio.

Non è un mistero, infatti, che il comune di Palermo abbia centinaia di immobili che non riesce a far fruttare come si deve, ma di questi 700 non sarebbero nemmeno inventariati. Da qui l’ipotesi di un fondo per valorizzarli, così come fatto da altri comuni, usando anche i beni confiscati al posto di quelli presi in affitto. Ma l’amministrazione si spinge anche oltre: Gentile ha annunciato di voler chiedere l’aiuto della Cassa depositi e prestiti per rinegoziare i tassi sui mutui e per farsi anticipare, a costo zero, le liquidità per le opere pubbliche che poi, una volta rendicontate, solitamente vengono restituite al comune. Poi c’è il capitolo tasse, con Riscossione Sicilia che incassa troppo poco: il Comune potrebbe confrontarsi con la Regione per affidare a un altro soggetto il compito di far pagare i morosi. Infine i debiti fuori bilancio, che sono troppi: in bilancio sono state aumentate le somme per evitarli, ma la linea è quella di dimostrate, in giudizio, che i soldi sono pochi e che non c’è malafede nel non pagare le somme dovute. Una strategia la cui efficacia andrà dimostrata.

“Si tratta – afferma il sindaco Orlando – della risposta più completa e chiara che si potesse dare a quei gufi che, ancora in queste ore continuano a straparlare di crisi e tagli indiscriminati che non ci sono stati. Un bilancio che fornisce risposte chiare e precise alle esigenze di tenuta dei conti del ‘sistema Comune’ e allo stesso tempo fa una chiara scelta di campo: le persone, i diritti e i servizi soprattutto per chi ha più bisogno e per garantire sviluppo non sono secondi alle esigenze contabili, ma possono convivere con esse”.

“Abbiamo fatto un’operazione di lungo respiro che ci permette da un lato di avere un quadro chiaro al 100% delle necessità dell’ente e del sistema delle partecipate per i prossimi anni e, dall’altro, di dare risposte concrete a tanti bisogni della città”, aggiunge Gentile.

I NUMERI. Il bilancio, fra entrate e uscite, supera i 2 miliardi di euro, con un fondo cassa presunto di mezzo milione circa. Le spese correnti ammontano a quasi 900 milioni di euro, mentre sul fronte delle entrate quelle tributarie ammontano a mezzo miliardo. Aumenta la spesa per il sociale, per l’ordine pubblico e il turismo, ma bisogna considerare anche il Pon Metro; taglio da 40 milioni per la tutela e l’assetto del territorio. Previsti i fondi per il Coime. Al personale vanno 242 milioni, alle aziende 264, 16 milioni per le utenze. Fermo al 20% il tasso di copertura dei servizi a domanda, cioè quelli per cui si paga una tariffa: musei, impianti sportivi, mercati, cimiteri e asili. Per i debiti fiori bilancio 26 milioni nel 2018, appena cinque nel 2019 e niente nel 2020. La Tari porterà in cassa 122 milioni, le multe “appena” 27.

PARTECIPATE. Dopo i 28 milioni di euro del consuntivo, arrivano altri 42 milioni per le partecipate che serviranno a coprire le eventuali passività dei bilanci aziendali (17,6 milioni nel 2018, 8,3 nel 2019 e 16,5 nel 2020). Soldi che verranno spalmati nel triennio e che, secondo Gentile, provengono per lo più dalla lotta all’evasione fiscale. In bilancio non ci sono però somme aggiuntive per la Reset: solo 31 milioni l’anno fino al 2020.

FONDI E ACCANTONAMENTI. In base alla nuova normativa, il Comune ha accantonato soldi in più fondi: quello di riserva, quello per l’anticipazione di liquidità, crediti di dubbia esigibilità, perdite partecipate, contenzioso e indennità di fine mandato. Per un totale, nel triennio, di quasi mezzo miliardo, di 38 milioni nel 2018 di soli crediti dubbi.

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