La Regione congela 7 milioni| Da luglio il tram è a rischio - Live Sicilia

La Regione congela 7 milioni| Da luglio il tram è a rischio

In attesa dell'accordo con lo Stato, l'assessorato ai Trasporti accantona 48 milioni

PALERMO – Il tram di Palermo torna a rischio e stavolta lo spettro di uno stop ai treni bianchi è più concreto che mai, così come quello del taglio di un terzo degli autobus circolanti in città. Una nuova tegola si abbatte sulla testa del Comune e della sua partecipata Amat, che venerdì hanno ricevuto una nota dall’assessorato regionale ai Trasporti che annuncia un “accantonamento temporaneo negativo” di 48 milioni di euro, in attesa che da Roma arrivi il benestare alla dilazione trentennale del disavanzo siciliano. Ma “a tutt’oggi – scrivono l’assessore Marco Falcone e il dirigente generale Fulvio Bellomo – nessuna iniziativa in tale senso è stata posta in essere”.

In poche parole, se il governo isolano e quello nazionale non raggiungeranno in breve un accordo per spalmare in tre decenni il disavanzo regionale, scatterà una tagliola su alcuni capitoli di spesa fra cui, per l’appunto, quello del trasporto pubblico. Una previsione contenuta nell’ultima Finanziaria approvata dall’Ars che accantona 141 milioni per il 2019, 79 per il 2020 e 71,6 per il 2021; per il trasporto pubblico significa accantonare 48 milioni, cioè congelarli, sui 168 stanziati per quest’anno.

“In relazione alla denegata evenienza che non intervenga l’autorizzazione statale alla dilazione della copertura del disavanzo regionale – continua la nota – questo Dipartimento sarà obbligato a operare nei limiti del minor budget di spesa effettivamente disponibile e ad effettuare la proporzionale contrazione dei corrispettivi per il trasporto extraurbano e delle somme da trasferire in favore degli enti locali per l’espletamento dei servizi in ambito urbano”. La contrazione si applicherà dal primo luglio e sarà pari al 47% dei trasferimenti previsti per gli ultimi sei mesi del 2019 sia in favore dei comuni che delle società che garantiscono i collegamenti con le aree interne.

Una mannaia che colpirà Catania, Messina ma soprattutto Palermo che, stando ai conti che si stanno iniziando a fare nel capoluogo, significherà un taglio per Amat di sette milioni (su 34) a partire dal primo luglio, con un preavviso di appena un mese. L’allarme è scattato venerdì sera e l’assessore alla Mobilità Giusto Catania ha convocato d’urgenza per lunedì i tecnici di Amat per capire quali potrebbero essere gli effetti. “Si tratta di un provvedimento che mette a rischio l’intero trasporto pubblico di Palermo e la società – spiega Catania – Domani proveremo a capire di quanto dovremo ridurre i servizi, ma si tratta di una scelta catastrofica”.

Il sindaco Leoluca Orlando chiederà la convocazione del tavolo Stato-Regione per lanciare l’allarme sui contraccolpi che subiranno i comuni, perché il rischio concreto è che da luglio a Palermo si fermino i tram e le linee degli autobus siano tagliate del 30%. Il problema, infatti, non è soltanto il taglio in sé ma il fatto che arrivi quasi a metà anno e che colpisca un’azienda, l’Amat, con un capitale sociale risicato e una perdita strutturale ormai significativa. “Ho chiesto ai tecnici di mettersi subito al lavoro – commenta il numero uno della società, Michele Cimino – per quantificare la riduzione dei chilometri da applicare”. Il tram in teoria non gode di un contributo regionale, ma i suoi costi non sono coperti nemmeno dal contratto di servizio e finora sono stati sostenuti grazie al gommato, che adesso però è a rischio.

“La lettera ha solo un valore prudenziale – spiega a Livesicilia l’assessore regionale Marco Falcone, che prova a smorzare l’allarme – Dovevamo segnalare che in questo momento abbiamo un accantonamento negativo, cioè risorse previste ma non utilizzabili, cosa che riguarda anche altri assessorati. Abbiamo dovuto richiamare l’attenzione di enti locali e concessionari ma anche del governo nazionale che dovrebbe avere maggiore attenzione per la Sicilia, consentendo una dilazione più lunga dei tre anni stabilita col precedente governo regionale. Io sono comunque ottimista sull’accordo, ma se non accadrà vuol dire che in sede di Collegato proporrò una modifica per mettere in sicurezza il trasporto pubblico. Cosa che le associazioni di settore ci avevano già chiesto”. La nota più dolente resta però quella del possibile stop del tram di Palermo: “Sarebbe veramente difficile”, conclude Falcone.

“Il problema non è solo l’ordinario – replica però Catania – Non sappiamo quando verrà discusso il Collegato, ma non è questo il punto: un provvedimento giunto in così grande ritardo compromette definitivamente i servizi estivi come le navette gratuite nelle borgate marinare o la Ztl notturna a cui lavoriamo da mesi. Anche se il Collegato venisse approvato a giugno, salterebbe comunque tutta la pianificazione straordinaria che stavamo elaborando per l’estate ormai alle porte, come il collegamento tra la stazione di Sferracavallo e Barcarello o tra la stazione di Tommaso Natale e Mondello”.

REAZIONI

“Se la Regione confermerà il taglio di sette milioni di euro all’Amat, da luglio il trasporto pubblico locale di Palermo sarà alla paralisi: tram fermi, linee degli autobus tagliate, potenziamento estivo dei servizi in fumo. Una tragedia vera e propria per la nostra città, a cui si aggiungeranno quelle degli altri comuni e del trasporto extraurbano di tutta l’Isola. Il Governo Musumeci fermi questa follia e ritiri il provvedimento che congela dal primo luglio 48 milioni per il comparto di tutta la Regione: un atto scellerato, la cui responsabilità cade anche sul governo Conte che continua a ignorare la Sicilia”. Lo dice Dario Chinnici, capogruppo del Pd al consiglio comunale di Palermo.

“La decisione della Regione è una scelta scellerata non solo per la città di Palermo, ma anche per tutto il sistema di trasporto extraurbano sia in provincia che nell’intera Regione”. Lo dichiara Vincenzo Fumetta, segretario provinciale di Rifondazione Comunista Palermo. “Questa misura lacrime e sangue colpisce le fasce più deboli della popolazione e chi crede che con lo sviluppo di un adeguato sistema del trasporto pubblico si possa migliorare la qualità di vita dei cittadini e contribuire a contrastare i cambiamenti climatici. Questo provvedimento – continua Fumetta – rischia di incidere pesantemente sulla qualità del servizio a Palermo, tuttavia riteniamo che il Comune di Palermo debba proseguire con la coraggiosa azione amministrativa di questi anni che ha visto l’investimento nella mobilita’ sostenibile e nel mantenimento del carattere pubblico del servizio di trasporto urbano, due dei punti cardini della propria azione politica. Non possiamo arrenderci a continuo stillicidio dei servizi pubblici e auspichiamo una ampia mobilitazione in Sicilia di Comuni, forze politiche e sindacali, oltre a una netta presa di posizione dei gruppi parlamentari dell’Ars contro la disastrosa scelta della Regione. Se tagli devono esserci, non si facciano a caso ma si proceda eliminando gli sprechi”.

“Manifestiamo tutta la nostra preoccupazione per il taglio annunciato dalla Regione al trasporto pubblico regionale – dicono i consiglieri comunali di Sinistra Comune di Palermo Barbara Evola, Fausto Melluso, Katia Orlando e Marcello Susinno – L’intervento si aggiunge alle cospicue riduzioni degli anni precedenti e mette a repentaglio le politiche del Comune di Palermo e delle altre province per garantire un servizio efficiente alla collettività. La pessima gestione delle risorse regionali negli anni passati non può trasformarsi in scelta punitiva da parte del governo nazionale per le cittadine e i cittadini. E’evidente che le continue politiche di tagli da una parte e di accantonamenti dall’altra, rischiano di obbligare i comuni a scelte di privatizzazione di servizi fondamentali come quelli del trasporto. E’ necessario che i comuni chiedano l’apertura di un dialogo col governo”.

“Sentire l’Assessore Catania parlare di rischio per l’Amat oggi appare come una contraddizione in termini”. Ad affermarlo è Sabrina Figuccia, consigliere comunale Udc al Comune di Palermo, che commenta così la notizia dei tagli della Regione sul trasporto pubblico. “Ad affossare la partecipata di Via Roccazzo sono state infatti – prosegue – proprio le scelte scellerate di questa amministrazione comunale. A partire dal tram, già nato su un binario morto. Tutti lo sapevano sin dal suo concepimento, ideato negli anni 90 e maldestramente realizzato dopo moltissimi anni dal sempiterno Orlando, il tram ha smarrito la sua utilità strada facendo, fino al punto di diventare un inutile costo per le precarie casse dell’Amat”. “Oggi invece di attribuire colpe alla Regione o al governo nazionale – afferma Figuccia -, il Sindaco Orlando e l’Assessore Catania sarebbero politicamente più onesti, se si assumessero le proprie responsabilità nei confronti dell’azienda di trasporto pubblico locale, partendo da un contratto di servizio mai veramente rivisitato, per arrivare all’esperimento ztl giocato tutto sulla pelle dei cittadini da un lato e dei lavoratori Amat dall’altro. Se davvero il Sindaco vuole compiere un atto di coraggio prenda in mano le chiavi del tram e lo faccia guidare al suo fido assessore Catania. Lo vedrei bene in divisa di capo tram con tanto di cappellino e paletta in perfetto stile stalinista”.


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