CASTELMOLA (ME) – Doveva essere un pomeriggio di emozioni ad alta quota in parapendio sulle cime più belle della Sicilia tra Castelmola e Taormina. Lì dove la montagna declina verso la costa del Messinese. Sorrisi, selfie, scorci di panorami mozzafiato prima dello schianto: il tour si è trasformato presto in tragedia per due piloti. L’aiutante-istruttore, Alessandro Melfa, etneo di 54 anni, è morto nell’impatto violento al suolo del parapendio con cui volava. Mentre l’amica María José Isaía, argentina di 49 anni, residente a Gallodoro, è rimasta gravemente ferita.
Le condizioni della donna
La donna, trasportata in ospedale in codice rosso, è ora in prognosi riservata, nel reparto di Anestesia e rianimazione del nosocomio Cannizzaro di Catania. Secondo i medici però non è in pericolo di vita. Tuttavia è stata sottoposta dagli specialisti ortopedici a un intervento di stabilizzazione provvisoria con fissatore esterno per la frattura esposta al femore destro. Ha riportato anche un grave trauma toracico e altre fratture vertebrali.
La dinamica dell’incidente in volo
I due sportivi si sarebbero lanciati da Monte Venere. Forse per una corrente ascensionale sono però finiti contro i fili elettrici dell’alta tensione schiantandosi. Dai primi accertamenti pare che i cavi fossero segnalati, escluso l’errore o l’azzardo per l’esperienza e lo scrupolo del pilota, non resta che un improvviso cambio di vento che ha spostato il parapendio contro i cavi innescando la picchiata. Negli anni scorsi un altro parapendio era caduto nella zona, ma in quel caso il pilota si era salvato.
Le immagini prima della tragedia
“Home sweet home” e “Vuelo de la Etna” si legge in un post sulla pagina Facebook di María a corredo di una galleria di foto che immortalano la maestosità dell’Etna, il cielo e il mare azzurro, la bellezza del panorama siciliano poche ore prima dello schianto. Immagini dall’alto, che restano impresse.
Il ricordo degli amici del pilota morto
Alessandro Melfa era considerato un pilota esperto con molte ore in attivo accumulate con voli turistici, portando in giro visitatori provenienti da ogni parte d’Italia e del mondo. Di lui gli amici ricordano l’entusiasmo e lo spirito vitale che sprigionava. “Eri un uomo dall’animo gentile – scrive un amico – quando volavi ti sentivi libero e felice e non aspettavi altro che il meteo ti regalasse le condizioni per tornare a librarti nel cielo”. Ricordi non solo passati ma anche futuri che, purtroppo, non potranno più realizzarsi: “Abbiamo riso tanto insieme e qualche giorno fa ci eravamo ripromessi di regalarci una ennesima giornata con tutti i tutti i nostri amici per festeggiare l’anno nuovo. Purtroppo invece è arrivato il momento di piangere la tua scomparsa nonostante ciò che ci hai sempre raccontato sullo sport ‘più sicuro al mondo'”. Oltre all’amore per il volo e la natura, di Alessandro viene ricordato soprattutto il sorriso. Quel sorriso che “unisce e guarisce”, come aveva scritto lui stesso in un post. “Mi ricordo il mio primo volo, i campetti, i condor, le giornate passate a fare su e giù e tu con la trasmittente che ci incoraggiavi (muovitiiii pollo) solo chi non ti ha conosciuto non può parlare di te. Adesso vai sereno amico mio e lasciati cullare dal vento, nessun incidente potrà più fermare la tua vela”.