L'ira dei Cinquestelle dell'Ars sul governo Draghi: Sicilia dimenticata

L’ira dei Cinquestelle Ars sul governo Draghi: “Sicilia dimenticata”

Il gruppo parlamentare di Sala d'Ercole: "Se fossimo a Roma non voteremmo la fiducia"
IL NUOVO ESECUTIVO
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PALERMO – Il governo Draghi è nato da poco più di un’ora quando dalla culla del grillismo, quella Sicilia granaio dei voti per il Movimento cinque stelle, parte la critica più feroce all’Esecutivo guidato dall’ex presidente della Bce. “Non era certo questo il governo che ci aspettavamo e che ci si aspettava soprattutto in Sicilia”. La firma è del gruppo parlamentare pentastellato dell’Ars, che non ha digerito le scelte di Draghi e l’assenza di ministri siciliani nella squadra di governo. Il Movimento 5 stelle ‘made in Sicily’, infatti, perde Alfonso Bonafede, Nunzia Catalfo e Lucia Azzolina, che non hanno trovato posto nel nuovo governo e che non sono stati rimpiazzati.

“Siamo delusi sia dal nome dei ministri, che dalla loro provenienza geografica – mettono a verbale i grillini di Palazzo dei Normanni -. La Sicilia è stata totalmente dimenticata, e in questo momento storico, con la programmazione del Recovery Fund, questo può essere devastante, contribuendo ad allargare ancora di più il gap tra Nord e Sud”. Una critica che diventa affondo durissimo quando i deputati regionali del movimento si spingono fino a suggerire ai colleghi romani di non votare la fiducia: “Se fossimo al posto dei parlamentari siciliani a Roma non voteremmo la fiducia a questo governo Draghi”.

Giovanni Di Caro, capogruppo M5s a Sala d’Ercole, è ancora più esplicito: “La Sicilia è sempre stata una roccaforte per il Movimento 5 stelle, non essere rappresentata nell’Esecutivo è uno schiaffo per i nostri cittadini, che non meritavano. Inoltre abbiamo ceduto ministeri chiave e capisaldi dell’azione politica del Movimento, primo fra tutti il ministero del Lavoro”.

Emblematico il post Facebook di Luigi Sunseri, uomo forte del movimento nell’area di Termini Imerese e tessitore in Sicilia dell’alleanza con il Pd: “Brunetta, Gelmini e Carfagna – annota – . Nessun ministero ‘chiave’ al Movimento 5 stelle .Giorgetti al ministero dello Sviluppo economico. La Carfagna che riprogramma i fondi europei per il sud. Nessun ministro siciliano, con la nostra terra che ne esce mortificata. No, mi spiace, ma io non lo digerisco affatto”.

Coniuga diversamente la sua delusione l’eurodeputato Dino Giarrusso: “Dobbiamo fare i conti con la realtà – evidenzia su Facebook -, questa lista di ministri non è quello che ci aspettavamo ed in più il Sud è rappresentato poco, Sicilia e Sardegna zero”. Da Giarrusso anche una stoccata a chi esterna il suo malcontento pubblicamente: “La cosa più facile da fare, ma anche la più stupida. Se credete che questo comportamento migliori le cose, vi sbagliate”. Parole che non sembrano messe lì a caso, nella notte in cui il governo Draghi crea nuove distanze nel movimento.


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