Iblis travolge piazza Verga| Siscaro contro le tesi dei Pm - Live Sicilia

Iblis travolge piazza Verga| Siscaro contro le tesi dei Pm

Parte degli elementi che incastrarono il gotha di Cosa Nostra nel luglio 2013 con condanne per oltre 200 anni di carcere sarebbero "insussistenti" secondo il Procuratore Generale Gaetano Siscaro. Soddisfatti gli avvocati. La sentenza di primo grado

CATANIA – E’ stato considerato uno tra gli affari più importanti su cui Cosa Nostra ha messo gli occhi nell’ultimo decennio. La costruzione del parco commerciale “Tenutella”, nel territorio di Misterbianco (CT) è tornata al centro del processo d’Appello Iblis. Da decifrare ci sono i ruoli che, a vario titolo, avrebbero assunto i protagonisti della vicenda. In primo grado erano arrivate sentenze durissime che avevano inchiodato gli imputati con un macigno di oltre 200 anni di carcere complessivi. Un leit motiv, quello delle udienze dedicate all’accusa in secondo grado, che si sta caratterizzando, con la soddisfazione dei difensori, in una rivisitazione punto per punto delle singole imputazioni messe nere su bianco nella sentenza di primo grado.

“L’investimento – ha esordito il Procuratore generale Siscaro in aula – è perfettamente legittimo, l’inquinamento mafioso, se si ha, avviene solo successivamente”. La realizzazione del parco commerciale in contrada “Cubba” lungo la tangenziale di Catania all’interno del territorio del Comune di Misterbianco, finì sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti per la stretta comunione d’intenti che avrebbe unito mafia, politica e svariati colletti bianchi legati al mondo dell’imprenditoria. Proprio riguardo il poderoso affare si consumò nei primi anni del 2000 uno scontro interno alla famiglia mafiosa dei Santapaola tra le due fazioni, all’epoca contrapposte, dei Mirabile e degli Ercolano.

Al centro della requisitoria è finito l’imprenditore Rosario Ragusa. L’uomo, che come è noto ebbe un ruolo fondamentale nella vicenda imprenditoriale legata alla “Tenutella” è stato condannato in primo grado per concorso esterno in associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni a 8 anni e 4 mesi. Secondo i giudici, avrebbe “messo a disposizione” di Cosa Nostra “la propria attività imprenditoriale”. Il Pg Siscaro ha ripercorso dettagliatamente in aula la vicenda, soffermandosi sulle tre contestazioni di intestazione fittizia di beni “Tutto inizia nel 1999 con le società Miriam e Veronica che fanno capo a Ragusa ed e tramite queste che vengono esercitate le opzioni di acquisto dei terreni – spiega Siscaro alla Corte presieduta da Elvira Tafuri – nel 2001 vi è il coinvolgimento dell’IRA Costruzioni e di Alberto Galeazzi e nello stesso anno nasce la Tenutella Srl che viene intestata all’avvocato Antonino Santagati e alla sua segretaria Giovanna Castorina, con la carica di Amministratore unico rivestita da Ragusa. Nel 2003 cedono per intero le loro quote allo stesso Ragusa che diventa titolare unico”.

Il progetto del parco commerciale, che in pochi anni vide schizzare il suo valore per svariati milioni di euro, venne infine venduto nel 2009 alla società Cost.Re.2007 che incorporò la Tenutella Srl, con i relativi contratti, licenze e autorizzazioni. Prima ancora, siamo nel 2008, Ragusa cedette il 50% delle quote sociali a Giovanni D’Urso, altro imprenditore, in passato condannato per furto e tentata estorsione, anch’egli imputato nel processo “Iblis” (nel rito ordinario). L’uomo, ha sottolineato Siscaro, è “considerato da tutti i collaboratori di giustizia affiliato al clan Santapaola e precisamente al gruppo di Turi Amato”. Una vendita, quella di Ragusa a D’Urso, definita “reale” dal Pg Siscaro, motivo per cui non sussisterebbero secondo il magistrato, i presupposti per l’accusa di intestazione fittizia, reato per cui invece è stata richiesta la conferma della sentenza di primo grado in relazione alle altre contestazioni a carico di Ragusa.

Ad avere avuto un ruolo particolarmente attivo nella vicenda Tenutella sarebbe stato anche l’avvocato Antonino Santagati, condannato in primo grado a 2 anni 2 mesi di reclusione. Sulla sua condotta sarebbe “pienamente provato il dolo specifico”. Responsabilità chiare secondo Siscaro, che lo hanno portato a chiedere la conferma della condanna.

“Tesi accusatoria ambigua”, secondo il Pg invece, per quanto riguarda gli altri imputati accusati di intestazione fittizia: Felice Naselli e Francesco Marsiglione. Il primo, condannato in primo grado a 2 anni, era ritenuto dalla sentenza una sorta di “socio occulto” nell’affare Tenutella. Su di lui “nonostante l’attiguità all’ambiente mafioso”, non emergerebbero, “chiari riferimenti in relazione al reato”. Motivi che hanno spinto l’accusa ad una nuova richiesta di assoluzione a causa di “prove non univoche e sufficienti”. Discorso identico per il boss Francesco Marsiglione, storicamente vicino alla fazione degli Ercolano. Per l’uomo, condannato in primo grado a 12 anni, l’accusa ha invece chiesto la conferma della condanna per estorsione ai danni dell’Ira Costruzioni.

 (Con la collaborazione di Laura Distefano)


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI