L'omicidio di Dario Chiappone: confermata condanna per La Motta

L’omicidio di Dario Chiappone: confermata la condanna per La Motta

Trent'anni di reclusione per il presunto mandante
CORTE D'ASSISE D'APPELLO
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RIPOSTO (CATANIA) – Sentenza di condanna confermata a 30 anni di carcere a carico di Benito La Motta riconosciuto come il mandante dell’omicidio del 27enne Dario Chiappone. La Corte d’Assise d’appello di Catania si è pronunciata nel corso della mattina di oggi. La Motta dovrà pagare anche le relative spese processuali nonché un risarcimento economico ai familiari della vittima.
Dario Chiappone, venne barbaramente ucciso a Riposto, con 18 coltellate, il 31 ottobre del 2016.

“Valuteremo la Cassazione”

“Lette le motivazioni decideremo se proporre ricorso in Cassazione”, Spiega Enzo Iofrida che difende La Motta ritenuto il mandante dell’omicidio. Le motivazioni della sentenza arriveranno entro sessanta giorni. 

L’inchiesta

Secondo l’accusa, sostenuta dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e dal sostituto Santo Di Stefano, sarebbe stato La Motta ad “ordinare, per volontà di Paolo Censabella, a Tuccio, Di Mauro e Marano di eseguire l’omicidio di Chiappone”. Il movente, secondo la Procura distrettuale di Catania, sarebbe passionale ed economico, collegato al rapporto che la vittima aveva con una donna che era stata legata sentimentalmente a Censabella. Sull’omicidio hanno indagato i carabinieri del comando provinciale di Catania e della compagnia di Giarre.

L’altro filone 

Esecutori dell’assassinio sono stati riconosciuti Agatino Tuccio, condannato a 24 anni, e Salvatore Di Mauro, per lui condanna a 23 anni. Non vi sarebbero dubbi, per gli inquirenti, sulla presenza, la sera del 31 ottobre 2016, in via Salvemini a Riposto, luogo dell’efferato delitto di Dario Chiappone, di Agatino Tuccio. Per il sostituto procuratore generale Francesco Paolo Giordano, il 55enne pregiudicato giarrese avrebbe sicuramente preso parte all’omicidio del 27enne.
L’auto usata e le celle agganciate dal telefono, nel giorno e all’ora del delitto, confermerebbero la presenza di Salvatore Di Mauro in via Salvemini. L’uomo, sparito prima dell’arresto, avrebbe svolto il ruolo di palo e di autista.


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