Mafia a Catania, la moglie del boss “arrotondava” con l’usura

Mafia a Catania, la moglie del boss “arrotondava” con l’usura

Le storie emerse dai verbali
OPERAZIONE DOPPIO PETTO
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CATANIA – Le famiglie mafiose, ormai, hanno diversificato i loro affari sporchi. All’ombra dell’Etna, inoltre, succede pure che la moglie di un boss, la settantenne Francesca Viglianesi, arrotondava (secondo la ricostruzione degli inquirenti) facendo la strozzina. Tra le ragioni del coinvolgimento della donna nell’operazione Doppio Petto, c’è proprio l’usura.

Le ipotesi

Il tutto, inoltre, al netto di una ipotesi di associazione mafiosa che non è stata riconosciuta dal Gip (ma pende appello), al pari della specifica aggravante ai cosiddetti “reati fine”. Secondo quanto è venuto fuori dall’operazione, la donna prestava soldi a usura. Era una delle attività svolte da lei. Lo faceva tra una rata e l’altra del “contributo” alle famiglie dei mafiosi.

E lo faceva, evidentemente, per arrotondare, come detto, sulla scorta degli sconti, a percentuali più o meno alte, che riusciva a ottenere dalle boutique di moda nel centro di Catania.

I fatti

I fatti risalgono all’anno scorso. Il marito Giacomo Maurizio Ieni nel frattempo è deceduto e a comandare tutto, secondo gli investigatori, ci sarebbero i loro due figli. Dario, sempre per la Dda, sarebbe a capo dell’organizzazione mafiosa; Francesco capeggerebbe il gruppo che si occupa della droga. I casi di usura sono, per gli stessi inquirenti, “altri affari” della cosca.

La scena “tragicomica”

E avvengono pure scene “tragicomiche”, per usare le parole dell’ordinanza. Come quando una vittima di usura parla con la polizia, dicendo di essere a conoscenza che Ieni fosse un mafioso e sua moglie prestasse soldi “a persone in difficoltà”. Un racconto dettagliato, ricco di particolari sulla riscossione dell’usura.

Ma poi, quando la donna viene arrestata, un anno fa, e i figli lo vanno a cercare, letteralmente convocandolo a casa di Francesco Ieni, risponde terrorizzato di essere pronto a ritrattare tutto.

La convocazione

Avrebbe risposto proponendosi di replicare: “Ho detto chiusura, non usura”. Per tutta risposta, Francesco Ieni avrebbe fatto riferimento a suo padre: “Pensa a papà appena sente na cosa di questa che sua moglie è agli arresti domiciliari e domani dopo l’interrogatorio la passano in carcere perché Nicola l’ha accusata che gli ha fatto l’usura”.

E lui risponde, sempre nel corso delle intercettazioni, accusando gli investigatori di avergli fatto firmare una dichiarazione non sua: “Io non l’ho accusata”; “Non mi ha fatto mai l’usura”; “se loro hanno scritto altro, io nemmeno l’ho letto”.


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