Viaggio nelle carcere del 41 bis: tra regole giuste e vessazioni

Viaggio nelle carceri del 41 bis: tra regole giuste e vessazioni

Strutture di massima sicurezza. Fortezze lontano dalla Sicilia
DI GIOVANNI GREGORIO

Novara e Spoleto

A Novara è stato detenuto anche Bernardo Provenzano. Gli era stata assegnata la cella che fu di Raffaele Cutolo e di Nino Giuffrè, il suo braccio destro che lo tradì scegliendo di pentirsi. Gli era stata riservata un’intera ala della palazzina separata dal carcere. L’ora d’aria si trascorre in un cortile grande 15 metri per 10, con muri alti otto metri e una fitta rete a copertura totale.

A Novara oggi ci sono i palermitani Giovanni Di Giacomo, Gregorio Di Giovanni, Alessandro D’Ambrogio, i gelesi Alessandro Emmanuello e Salvatore Rinzivillo, Pietro Virga di Erice.

A Spoleto sono rinchiusi Vincenzo Bontempo Savo di Tortocici, il palermitano di Pagliarelli Giuseppe Calvaruso, l’agrigentino Giuseppe Falsone. Il boss catturato in Francia, come tanti, si è appassionato alla lettura. La biblioteca del carcere è ben fornita. Divora libri gialli e titoli di narrativa

Se c’è un carcere dove la detenzione è ancora più dura, questo è Parma. Lo dicono gli stessi addetti ai lavori. Forse è per via della collocazione dell’area riservata destinata al 41 bis. Si trova in una zona seminterrata. Vi si accede dopo avere percorso un lungo corridoio. Le celle sono piccole umide. Quelle per i colloqui sono grandi due metri per due.


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