Viaggio nelle carcere del 41 bis: tra regole giuste e vessazioni

Viaggio nelle carceri del 41 bis: tra regole giuste e vessazioni

Strutture di massima sicurezza. Fortezze lontano dalla Sicilia
L’arresto di Salvatore Lo Piccolo a Giardinello

Parma

A Parma è detenuto Salvatore Lo Piccolo, l’ergastolano che si era messo in testa di comandare l’intera Cosa Nostra palermitana.

Il carcere più lontano dalla Sicilia è Tolmezzo, comune con poche migliaia di abitanti in provincia di Udine, Ci sono Filippo Guttadauro, cognato di Messina Denaro che vive la condizione dell’ergastolo bianco, e l’agrigentino Salvatore Fragapapane. Siamo nel profondo Nord dell’Italia, a un passo dall’Austria e dalla Slovenia. Il carcere si trova ai piedi del monte Strabut, il cui nome la dice già lunga su quanto sia lontano dalla Sicilia.

Infine ci sono i penitenziari di Terni e Sassari. Nel primo ci sono personaggi come Giuseppe Graviano del mandamento palermitano di Brancaccio e Sebastiano Bontempo di Tortorici. A Sassari sono reclusi al 41 bis Salvino Madonia e Settimo Mineo, storici capimafia dei mandamenti palermitani di Resuttana e Pagliarelli.

Argomento delicato quello del carcere duro. Introdotto nel 1986 in funzione di antiterrorismo, fu esteso nel 1992 ai condannati per mafia, dopo le stragi in Sicilia di Capaci e via D’Amelio e successivamente oggetto di plurime modifiche. Regime introdotto in fasi straordinarie della vita repubblicana, di rinnovo in rinnovo è divenuto ordinario.

Qualcosa è cambiato negli anni. Prima neppure i fornellini da campo erano ammessi in cella. I muri divisori impedivano il contatto fisico con i parenti. Ora c’è una droga per i figli. Gli abbracci sono consentiti fino a quando non compiono i 12 anni, poi diventano adulti anche se non lo sono.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo
Pagina Precedente
Pagina Successiva

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI