Mafia e droga, parla il pentito: | "Tra i clienti tantissimi avvocati" - Live Sicilia

Mafia e droga, parla il pentito: | “Tra i clienti tantissimi avvocati”

Una rete di pusher si muoveva agli ordini dei boss. Su tutto la regia di Gregorio Di Giovanni.

PALERMO – I telefoni erano bollenti a Porta Nuova per via delle richieste continue di cocaina. Chiamavano soprattutto “avvocati”, racconta Fabio Fernandez. “Tantissimi avvocati, civilisti”, specifica il collaboratore di giustizia.

Clienti facoltosi, soprattutto professionisti, si sarebbero riforniti di droga da una rete di spacciatori agli ordini dei boss. Non gli ultimi arrivati, ma i vertici del mandamento. Gregorio Di Giovanni, il capo che ha fatto parte della nuova cupola di Cosa Nostra, aveva affidato l’affare della droga a Gaspare Rizzuto, reggente della famiglia, e Michele Madonia. Sono stati tutti arrestati in un recente blitz dei carabinieri.

Le chiamate giungevano a un telefonino in cui c’erano “tutti i numeri” dei clienti registrati con dei nomi falsi. Nomi falsi, ma utenze vere. Uno degli spacciatori sarebbe stato arrestato in un’altra operazione ed è possibile che gli investigatori abbiano acquisito la sua banca dati, incrociandola con le informazioni di Fernandez.

Quest’ultimo si è autoaccusato di avere ucciso il boss Giuseppe Calascibetta, facendo i nomi di coloro che insieme a lui componevano il commando dei killer che ammazzò il capo mandamento di Santa Maria di Gesù. Sul punto non sono stati trovati i riscontri per verificarne l’attendibilità. Attendibilità che, però, è stata riscontrata per le tante rapine di cui Fernadenz si è autoaccusato. Così come Fernadenz sarebbe attendibile quando “si autoaccusa del delitto di traffico di stupefacenti, facendo il nome dei suoi fornitori di cocaina e dei pusher che egli utilizzava per rivendere la droga ai clienti, inserendo, peraltro, tale condotta nel contesto delle attività criminali rigidamente controllate dal mandamento mafioso di Porta Nuova”.

I clienti chiamavano e i ragazzi correvano in giro per i locali della città a rifornirli di cocaina. Un grande business a cui avrebbero contribuito tanti professionisti, fra cui molti avvocati.


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