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Mafia grigia, estorsioni, aste: ‘Confermare condanna a Ercolano’

Il processo d'appello Brotherhood: la requisitoria del pg Angelo Busacca.
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CATANIA – Sarebbe lui il volto grigio di Cosa nostra. Aldo Ercolano, figlio di Iano, sarebbe stato capace di creare relazioni con logge massoniche al fine di ‘accrescere’ il suo potere mafioso. È questo l’aspetto antropologico criminale che è emerso dall’inchiesta ‘Brotherhood’, o per semplicità Fratellanza, scattata nell’estate del 2016. A meno di sei anni da quel blitz che fece tremare qualche grembiulino catanese (nel mirino dei finanzieri la Gran Loggia Federico II Ordine di stretta osservanza, ndr) il processo d’appello arriva all’ultima curva prima del traguardo. Il sostituto procuratore generale Angelo Busacca ha discusso un’articolata requisitoria. Ma prima di andare alle richieste di pena forse è necessario fare un riassunto delle puntate precedenti, rispetto alle sette posizioni che sono state impugnate. Il processo di primo grado ordinario si è concluso con le condanne di Aldo Ercolano, Giuseppe Finocchiaro e l’avvocato Antonio Drago (ma solo per il reato di usura) e le assoluzioni di Adamo Tiezzi, Francesco Rapisarda, Christian Puglisi e Antonino Finocchiaro. Per l’avvocato Drago il Tribunale ha riqualificato una contestazione di estorsione in esercizio arbitrario e disposto sentenza di non luogo a procedere per mancanza della querela di parte. Su questo punto e sulle assoluzioni la procura ha presentato appello.

Il pg Angelo Busacca ha chiesto la conferma della condanna a 20 anni di reclusione per il boss Aldo Ercolano. Nella requisitoria ha citato passaggi dei cinque collaboratori di giustizia già sentiti in primo grado a cui si sono aggiunti altri pentiti esaminati nel corso della fase istruttoria di secondo grado. Il magistrato ha chiesto la conferma sia per i capi d’imputazione per associazione mafiosa che per i due episodi di estorsione. E quindi ha chiesto di confermare la pena a sei anni e otto mesi e 1350 euro di multa anche nei confronti di Giuseppe Finocchiaro.

Nelle indagini erano emerse anche ipotesi di ‘turbative” di aste giudiziarie. Il pg ha chiesto alla Corte d’Appello, presieduta dalla giudice Anna Gloria Muscarella, di accogliere il ricorso della procura condannando Adamo Tiezzi e Francesco Rapisarda alla pena di 3 anni e 600 euro di multa proprio per il reato di turbativa d’asta. Per l’avvocato Antonio Drago invece ha chiesto la riduzione della condanna a 2 anni (concordata con la difesa) per il reato di usura. Invece per il reato di estorsione il pg ha rinunciato all’appello sia per l’avvocato Drago, che per Antonino Finocchiaro e Christian Puglisi. Il silenzio della parte offesa nel corso del dibattimento non ha dato molto spazio di manovra. L’udienza si è chiusa con le discussioni delle parti civili. Il processo d’appello è stato aggiornato al prossimo 20 aprile per le arringhe difensive.


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