Sequestrato il tesoretto di Fricano | "Quei 48 mila euro sono del boss" - Live Sicilia

Sequestrato il tesoretto di Fricano | “Quei 48 mila euro sono del boss”

Giuseppe Fricano, detenuto al 41 bis

I soldi erano stati trovati in una cassaforte nascosta dentro l'armadio della camera da letto del cognato di Giuseppe Fricano, accusato di essere il capo del mandamento di Resuttana. I legali del parente: "Sequestro infondato, pronto il ricorso".

PALERMO – Il tesoretto del boss finisce sotto sequestro. Quarantotto mila euro che apparterrebbero a Giuseppe Fricano, oggi al 41 bis con l’accusa di essere stato il reggente del mandamento di Resuttana.

I soldi erano stati trovati in una cassaforte nascosta dentro l’armadio della camera da letto della sorella di Fricano. La donna abita in una villetta di via Anteo, a Partanna Mondello, dove vive con il marito Giorgio Casella, l’uomo a cui i soldi sono stati sequestrati. Il provvedimento è del giudice per le indagini preliminari su richiesta dei pubblico ministeri Scaletta, Luise, Picozzi, Tartaglia e Del Bene. Di professione Casella fa il giardiniere e non sarebbe stato in grado di dimostrare la provenienza lecita del denaro che, secondo i pm, apparterrebbe invece al cognato.

Anche Fricano, insospettabile meccanico piazzato dai carabinieri al vertice del potente clan, abitava nella stessa strada dove per mesi si sono dati appuntamento i mafiosi della zona. Telecamere e microspie li hanno seguiti per mesi prima che le indagini sfociassero nel blitz Apocalisse del giugno scorso. In via Anteo si facevano spesso vivi Girolamo Biondino, Tommaso Contino, Silvio Guerrera e Roberto Sardisco e cioè i vertici delle famiglie mafiose di San Lorenzo, Partanna Mondello e Tommaso Natale.

Intanto il tribunale del Riesame ha ribadito il ruolo di capo di Fricano. I giudici, interpellati dalla Cassazione che aveva annullato l’ordinanza che lo indicava quale reggente del mandamento, condizione per l’applicazione del 41 bis, si sono pronunciati nuovamente. La Suprema Corte aveva sostenuto che nella valutazione del primo Riesame mancassero alcuni elementi, fra cui le intercettazioni. I pm le hanno prodotto e il Tribunale ha dato loro ragione.

Riceviamo e pubblichiamo una nota dei legali di Casella, gli avvocati Roberto Ferrara e Daniele Livreri: “Precisiamo che il signor Casella non risulta indagato e che le somme indicate nell’articolo erano già state oggetto di sequestro e poi dissequestrate, in accoglimento di apposita istanza difensiva. Si precisa inoltre che il denaro di proprietà del signor Casella è stato sequestrato all’interno dell’abitazione di questi, diversa da quella oggetto di perquisizione da parte della polizia giudiziaria e che non vi sono elementi che facciano ritenere che tali somme siano di proprietà di altri. A breve si riproporrà istanza di riesame avverso il nuovo provvedimento di sequestro dei ben, ritenendolo infondato”.

 


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