Mal di pancia nella maggioranza| Pippo Russo: "Basta divisioni" - Live Sicilia

Mal di pancia nella maggioranza| Pippo Russo: “Basta divisioni”

Piazza Pretoria (foto Pasquale Ponente)

La maggioranza orlandiana in consiglio comunale deve fare i conti con divisioni interne e distinguo, in attesa del passaggio a Mov139. E Pippo Russo avverte: "Bisogna darsi una regolata per il bene comune".

SALA DELLE LAPIDI
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PALERMO – “Così non va”. Il commento, assai amaro, è di un consigliere comunale orlandiano e si riferisce alla seduta di ieri nella quale Sala delle Lapidi ha approvato le linee guida del Piano regolatore generale: un risultato importante, così come l’approvazione di altri atti “di peso” di questi ultimi mesi, che non riesce a nascondere però tutti i problemi di una maggioranza che scricchiola. Piccole crepe dovute non a problemi politici, visto che tutti e 29 i consiglieri (e magari anche qualcuno dell’opposizione) si professano fedeli al sindaco Leoluca Orlando e alla sua amministrazione, votando compatti le delibere, ma lo spettacolo offerto ieri dagli orlandiani non lascia presagire nulla di buono per il futuro.

Su una delibera importante come quella delle linee guida del Prg, infatti, sono stati presentati una trentina di emendamenti di cui almeno la metà presentavano la firma di consiglieri della maggioranza: un’anomalia non da poco, visto che almeno in teoria l’atto che arriva in Aula dovrebbe essere già frutto di una condivisione tra l’assessore di riferimento e i consiglieri che sostengono il sindaco. “Ma la cosa incredibile – dice un orlandiano a taccuini chiusi – è che non c’è stata una sola delibera finora approvata che non abbia avuto emendamenti dei singoli consiglieri di maggioranza”. Una sorta di “distanza” tra gruppo e assessori che più volte, in questi mesi, si è manifestata, complice anche la sovente assenza dei componenti della giunta che ha costretto il presidente Totò Orlando a scrivere al sindaco per metterci una pezza, pena il blocco dei lavori d’Aula.

E, al momento del voto degli emendamenti, il gruppo di Idv si è per giunta spaccato fra chi seguiva le indicazioni del capogruppo Aurelio Scavone e chi invece votava seguendo quelle dei due vice, Pierpaolo La Commare e Tony Sala, più un terzo gruppo che di volta in volta si asteneva. Una frattura tanto plastica da dar vita, a seconda dell’emendamento, a maggioranza variabili rendendo gli esiti una sorta di lotteria.

“Premesso il doveroso plauso all’intero consiglio che ancora una volta ha portato a casa un risultato importante, votato nonostante le divisioni quasi all’unanimità – commenta il presidente Totò Orlando – va anche detto che non si possono presentare decine di emendamenti all’ultimo minuto, che non sono rispettosi del lavoro fatto in commissione da maggioranza e opposizioni. Se qualcuno ha tentato così di accaparrarsi le simpatie delle associazioni ambientaliste, che pure hanno avuto tutto il tempo per chiedere di essere ascoltate, non ha fatto un buon servizio né alle associazioni, né al consiglio”.

Una situazione di instabilità che, a un certo punto, ha messo a rischio la stessa delibera tanto da irritare, secondo quanto si racconta, sia l’assessore Tullio Giuffrè che il sindaco in persona, assai scontento per il fatto che un’Aula che in teoria dovrebbe essere blindata si sia rivelata una sorta di ginepraio. “La verità è che fa tutto parte di una strategia per delegittimare Scavone”, dice uno dei consiglieri vicino al capogruppo che negli ultimi mesi è stato più volte al centro di lamentele e polemiche da parte dei suoi stessi colleghi.

“Io e Filippo Occhipinti abbiamo ufficializzato la nostra permanenza in Idv e abbiamo mantenuto l’impegno con l’amministrazione – dice Paolo Caracausi – votando contrari e astenendoci sugli emendamenti presentati da consiglieri non di maggioranza, ad eccezione di quello che evitava la cementificazione della costa sud, e abbiamo espresso un distinguo rispetto alle fazioni: da un lato quella di Scavone e dall’altra quella di La Commare e Sala. Per noi l’importante era raggiungere l’obiettivo. Ma questo gruppo sin dal primo giorno ha dimostrato che in troppi si dicono vicini al sindaco ma nei fatti non sono in linea con l’amministrazione, con i loro comportamenti sfiduciano la giunta e il sindaco”.

L’occasione per un chiarimento, con tanto di intervento diretto del primo cittadino, potrebbe arrivare da qui a breve con la costituzione in consiglio del nuovo gruppo Mov139: il 15 giugno ci sarà un’assemblea a Roma e subito dopo si potrebbe concretizzare il passaggio che, secondo alcuni, potrebbe portare anche all’azzeramento di tutte le cariche e a nuove elezioni interne. “Ma il problema non è solo Scavone – dice un orlandiano dietro anonimato – c’è una mancanza generale di comunicazione e di organizzazione, a volte neanche si capisce quanto si sta votando. Tutti assicurano di sostenere Orlando ma poi nei fatti c’è il caos”.

E il timore più grande è che uno spettacolo del genere si ripeta anche in futuro, quando arriveranno in Aula provvedimenti assai più complessi come il Put, il bilancio di previsione o il Prg vero e proprio. “La maggioranza non c’è più, se non fosse per le opposizioni le linee guida non sarebbero nemmeno passate – attaccava ieri il capogruppo del Pdl Giulio Tantillo – non si può andare avanti così, il sindaco deve intervenire”.

Difficoltà che ammette anche Pippo Russo. “Chi sostiene l’amministrazione per mandato degli elettori – dice l’ex segretario provinciale dell’Idv e tra i più stretti collaboratori di Orlando – deve assumere sempre, al di là delle legittime dinamiche della politica che però devono restare fuori da Sala delle Lapidi, comportamenti conseguenti e pertanto unitari in ogni passaggio dei lavori d’Aula. Ciò in una costante interlocuzione, nel rispetto dei diversi ruoli, con il sindaco e con gli assessori. Guai a dare alla città uno spettacolo fatto di divisioni e contrapposizioni che se comprensibili, ma fino a un certo punto se diventassero scontro irriducibile a danno dell’interesse collettivo, tra maggioranza e minoranza, inaccettabili diventano se si verificano all’interno della stessa maggioranza. Se ciò accade, bisogna darsi una regolata per il bene comune”.

 Twitter: @robertoimmesi


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