Marcatajo e l'attentato a Di Matteo | "Box venduti per il tritolo" - Live Sicilia

Marcatajo e l’attentato a Di Matteo | “Box venduti per il tritolo”

Il pm Antonino Di Matteo e il pentito Vito Galatolo

Il tritolo non è stato mai trovato, ma il pentito Vito Galatolo ha detto la verità quando ha confessato di avere sborsato 250 mila euro per organizzare il piano di morte.

MAFIA - BLITZ CICERO
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PALERMO – Del tritolo non c’è traccia. Sono stati trovati, però, i soldi che sarebbero serviti per comprare i 200 chili di esplosivo da utilizzare per l’attentato al pubblico ministero Antonino Di Matteo.

L’avvocato Marcello Marcatajo ha gestito la vendita di una trentina di box in via Corradini senza sapere a cosa servisse il denaro. Nel corso di una conversazione intercettata il civilista precisava che “io li do a Francesco” , riferendosi a una grossa somma di denaro che avrebbe fatto pervenire a Francesco Graziano. E aggiungeva: “Mi dica lui con trecentomila euro… duecentottantamila euro… cosa ha fatto”.

È stato Vito Galatolo, quando ha deciso di pentirsi, a rispondere alla sua curiosità, spiegando che i soldi della vendita dei box – riconducibili ai Madonia e ai Galatolo e gestiti dai Graziano tramite Marcatajo – servivano per uccidere, nel 2012, il pubblico ministero. Gli investigatori hanno cercato il tritolo ovunque ci fosse un indizio. Non c’è traccia dell’esplosivo. Le nuove indagini della finanza ci dicono che sulla raccolta del soldi Vito Galatolo ha detto la verità. A lui, che era il capomafia dell’Acquasanta, dissero che l’ordine dell’attentato partita da Matteo Messina Denaro e lui obbedì, mettendo la sua parte di soldi.


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