CATANIA – “Crocetta dice che ha bisogno di parlare, tornerà presto in Commissione Antimafia, del resto ancora il fascicolo è più che aperto” ad annunciarlo a margine del dibattito su “Lotta alle mafie, una priorità per la democrazia” è il presidente della Commissione, Rosy Bindi, a Catania ieri sera in occasione di un’affollata Festa dell’Unità. “Dall’audizione dello scorso luglio non abbiamo ancora concluso il nostro lavoro – ha spiegato la Bindi – Crocetta tornerà per parlarci di rifiuti e molto altro. Poi noi stiamo approfondendo, oltre che sul ruolo “antimafia” di Confindustria di questi ultimi anni, anche sull’influenza della Massoneria in Sicilia. Abbiamo ascoltato il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia Stefano Bisi, che ci ha detto, ovviamente lasciandoci perplessi, che loro fanno solo beneficienza”. L’incontro, al quale hanno partecipato anche il procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti e le attrici Linda Caridi e Vanessa Scalera si è parlato “delle relazioni esterne” delle Mafie con “il mondo delle imprese, con le associazioni e con le istituzioni”. Le zone “grigie” e la “falsa antimafia” sono stati gli argomenti al centro dell’incontro e dell’intervento della Presidente Bindi perchè “le vicende che hanno interessato la Confindustria siciliana e il movimento antimafia della vostra regione sono stati un punto di partenza molto importante. Le ombre sono tante, anche se io continuo a pensare che scelte di Lo Bello ( Ivan, ndr) sono state fondamentali in questi anni per la Sicilia”.
La zona grigia, quella dei colletti bianchi, quella dei professionisti che “si prestano a veicolare il denaro e delle imprese che fanno capo alla Mafia – ha spiegato Roberti – rimane invece , il vero anello debole di una catena che si deve spezzare”. Sottolineando, entrambi, che “l’obiettivo non è di combattere l’antimafia ma chi diventa canale di collegamento con la Mafia”. Ricordato anche il caso di Giuseppe Antoci, “che – per la Bindi – ha fatto capire a tutti che la Mafia tradizionale è tornata a sparare. Che seduce e per combatterla occorre un esercito di cittadini onesti”. Catania, ha anche detto la Presidente dell’Antimafia, è sempre stata più “imprenditrice” e “se i nomi dei capi mafiosi di Palermo sono già stati assicurati alla giustizia, quelli di Catania sono ancora tutti lì”. Alle sollecitazioni di Lirio Abbate, moderatore della serata, il Procuratore Franco Roberti ha spiegato che non si può combattere la Mafia se non si interviene prima sulla corruzione e che “bisogna aggiungere al 416 bis anche interventi per la corruzione” perché “ per i corruttori occorrono gli stessi strumenti che si utilizzano per i mafiosi”. Le richieste avanzate dalla Procura nazionale sono state oggetto dell’incontro che, ha ricordato Rosy Bindi, non competono alla Commissione, ma al lavoro di chi ha poteri legislativi. E se “le leggi – chiude la Bindi – stanno cambiando perché il Governo è più attento verso le richieste dei magistrati, è anche vero che maggiore rigore occorre ancora verso alcuni settori e sulle regole dell’affidamento degli appalti, sull’uso del contante, sulle regole del sistema sanitario spesso troppo permeabile.”