CAMPOBELLO DI MAZARA – Nel groviglio di relazioni e misteri legati alla latitanza di Matteo Messina Denaro spuntano altre due pedine.
I carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani hanno arrestato Emanuele Bonafede e Lorena Ninfa Lanceri, 49 e 48 anni. Marito e moglie, di Campobello di Mazara, si sarebbero presi cura del padrino. Lo avrebbero aiutato a nascondersi e a smistare i pizzini.
Sono loro la coppia che, come aveva ricostruito Livesicilia, ha ospitato Messina Denaro durante un pranzo della domenica. In realtà il capomafia era di casa nel loro appartamento. Di pasti insieme ne hanno consumato parecchi. Le sue visite sono state ricostruite anche attraverso le immagini delle telecamere di videosorveglianza piazzate nel paese trapanese, luogo di rifugio dell’ex fuggitivo.
Emanuele Bonafede è fratello di Andrea, l’impiegato comunale che ritirava le ricette del latitante dal medico Alfonso Tumbarello, ed è cugino dell’altro Andrea Bonafade, il geometra, che ha prestato l’identità a Messina Denaro. Ancora una volta emerge il legame con i parenti del boss Leonardo Bonafede.
L’inchiesta è coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Piero Padova e Gianluca De Leo.
I reati contestati sono favoreggiamento aggravato e procurata inosservanza di pena, e cioè gli ergastoli inflitti a Messina Denaro. Il giudice per le indagini preliminari Alfredo Montalto ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Si lavora ancora per individuare altre pedine di Messina Denaro.