Il nipote e la 'carogna': il futuro dei Messina Denaro passa anche da loro - Live Sicilia

Il nipote e la ‘carogna’: il futuro dei Messina Denaro passa anche da loro

Patrizia Messina Denaro e il nipote Francesco Guttadauro
Occhi puntati sulla sorella Patrizia e Francesco Guttadauro

PALERMO – La sorella e il nipote del cuore. La prima sarà scarcerata a breve, il secondo dovrà attendere un po’ di più. Sin d’ora, però, bisogna ragionare anche su di loro per studiare il futuro mafioso dei Messina Denaro. Ci sono persone già libere per fine pena, ma Patrizia Messina Denaro e Francesco Guttadauro hanno un peso specifico importante.

funerale Messina Denaro

Alter ego del fratello

“Matteo dice… “, il fratello ordinava e Patrizia eseguiva. Era una donna boss. Arrestata nel 2013, è stata condannata a 14 anni e mezzo. Ad ogni detenuto spettano tre mesi di liberazione anticipata per ogni anno di detenzione qualora mantengano una buona condotta in carcere. Ciò significa che nel 2024 Patrizia Messina Denaro sarà scarcerata. A lei e al marito, Vincenzo Panicola (libero per fine pena e tra i tredici presenti al funerale), resta legato uno degli episodi più misteriosi degli ultimi anni.

Il delitto stoppato

Si era sparsa la voce che Giuseppe Grigoli, il braccio economico di Matteo Messina Denaro, l’uomo del business della grande distribuzione targata Cosa Nostra, avesse iniziato a parlare con i magistrati. E Panicola aveva incaricato la moglie di sondare il terreno, di capire quale contromisura prendere. In ballo c’era addirittura l’ipotesi estrema di eliminare Grigoli. Poi, arrivò il diktat di Matteo: “Non toccatelo, perché se parla può fare danno”. “Di’ a tuo marito – avrebbe detto il fratello latitante – di mettersi nella stessa cella con lui”. Per controllare Grigoli, per tenerlo buono. “Mica se lo può accudire in carcere”, diceva Patrizia che non era d’accordo.

Contatti durante la latitanza

Era in contatto con il padrino? La sorella, oggi cinquantenne, negò: “Non vedo e non sento mio fratello Matteo da più di vent’anni. Non faccio parte di Cosa Nostra. Se avessi avuto contatti con lui chi mi controllava se ne sarebbe accorto. Ci mettono le microspie pure nelle brioches”. Di recente si è scoperto che i contatti c’erano. Eccome se c’erano.

Lorenzo Cimarosa, il cugino dei Messina Denaro divenuto collaboratore di giustizia, non era tenero con la sorella del latitante. L’accusava addirittura di avere raggirato il fratello, pur di mettersi in tasca i soldi del pizzo versati da un imprenditore: “Lei è la carogna, lei non gli altri, lei fregava anche a suo fratello, perché poi gli raccontava le cose che gli convenivano”. Cimarosa è morto da qualche anno. È sepolto a Castelvetrano, nello stesso cimitero che da martedì ospita la salma di Matteo Messina Denaro. Per raggiungere la cappella di famiglia il carro funebre è passto davanti alla sepoltura di Cimarosa.

Il nipote del cuore

Francesco Guttadauro, figlio di Filippo Guttadauro e Rosalia Messina Denaro (la seconda delle quattro sorelle del boss morto), sta scontando 16 anni di carcere. Anche lui è stato arrestato nel 2013. Dalla sua ha il sangue che gli scorre nelle vene. Non solo quello dei Messina Denaro, ma pure quello paterno. Il padre Filippo, internato all’ergastolo bianco, è fratello di Giuseppe, il dottore e boss del potente mandamento mafioso di Brancaccio. A Palermo, lo zio morto, ha trascorso una parte della latitanza. Non è casuale, ma frutto di una fitta rete di relazioni che resta solida anche dopo la morte del padrino.

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