Messina e il "cerchio magico": Cassazione conferma condanna - Live Sicilia

Messina e il “cerchio magico”: Cassazione conferma condanna

Nella foto Adolfo Messina, ex presidente di Pubbliservizi
La Suprema Corte ha rigettato i ricorsi facendo diventare definitiva la sentenza d'appello. Che era stata ridotta rispetto a quella del gup.
PUBBLISERVIZI
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CATANIA – Adolfo Messina è stato condannato a 5 anni e 6 mesi in appello e la Cassazione ha confermato. Con il rigetto dei ricorsi della difesa da parte della Suprema Corte la sentenza è diventata definitiva.  Anche per il coimputato Alfio Massimo Trombetta, condannato a 4 anni e  6 mesi. Si chiude così il processo, stralcio abbreviato, figlio dell’inchiesta della Guardia di Finanza di Catania “il cerchio magico” sulla gestione della Pubbliservizi, società in house della Città Metropolitana (oggi amministrata da un commissario). 

Messina è stato presidente di Pubbliservizi dal 2015 al 2016, mentre Trombetta ha svolto il ruolo di consulente. Al centro dell’inchiesta “un collaudato sistema corruttivo orchestrato dall’ex Presidente della Pubbliservizi, Messina, e dal suo stretto collaboratore Trombetta che indirizzavano l’affidamento di lavori e servizi a imprese traendone svariate utilità”. E inoltre avrebbero promosso “un’associazione a delinquere” che avrebbe avuto come reati fine peculato e corruzione. 

La notizia è rimasta in sordina. Il rigetto degli ermellini infatti risale a un po’ di tempo fa. Sono trascorsi infatti quasi due anni dal verdetto della Corte d’Appello che – come si legge nel dispositivo del 2 settembre 2019 – ha riqualificato il reato di due contestazioni a corruzione – in concorso – di persona incaricata di servizio pubblico, che ha portato anche all’esclusione di un’aggravante. La Corte d’Appello ha ritenuto così di accogliere alcuni punti del ricorso difensivo, ma invece ha rigettato il resto. E questo ha portato solo a una riforma per la parte sanzionatoria della. Il gup, nel 2018, aveva condannato l’ex presidente a 6 anni e 4 mesi. 

Insomma tra il 2015 e 2016  dietro la gestione Pubbliservizi ci sono stati appalti pilotati e arricchimenti personali. Almeno questa è la verità processuale.


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