Messina, peso dei rifiuti alterato: truffa all'ospedale, 5 indagati VIDEO - Live Sicilia

Messina, peso dei rifiuti alterato: truffa all’ospedale, 5 indagati VIDEO

Smantellata l'organizzazione che avrebbe messo in atto la truffa ai danni del Papardo

La guardia di finanza ha scoperto una truffa ai danni dell’ospedale Papardo di Messina, con riferimento alla raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti speciali ospedalieri a rischio infettivo, prodotti dalle aziende sanitarie e dai presidi ospedalieri della Sicilia orientale. Nel dettaglio sono state analizzate le risultanze della “gara di bacino” indetta dall’Aspi Catania, in qualità di capo-fila, e quelle della gara indetta dalla Centrale Unica di Committenza della Regione Sicilia.

Le indagini

L’attività investigativa è stata eseguita, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Messina, con accertamenti tecnici e l’analisi della documentazione amministrativa che ha accompagnato i rifiuti, dal nosocomio sino allo smaltimento. Sono emerse varie condotte anomale, tra le quali quella della società aggiudicataria dell’appalto, nonché del relativo personale dipendente, che mediante l’utilizzo di uno strumento metrico (bilancia) privo dei requisiti di legalità (ovvero, con sigillo di protezione rotto) e attraverso pesature falsate, hanno determinato arbitrariamente il peso dei rifiuti da smaltire, così da aumentarlo ed avere un guadagno ingiustamente maggiorato. In particolare, tra le altre circostanze, in alcuni casi, i contenitori dei rifiuti venivano sovraccaricati di acqua aggiuntiva o, in altri episodi, lo stesso personale preposto alla pesatura saliva sulla bilancia, per aumentare il peso dei rifiuti da smaltire, così da ottenere un maggiore rimborso da parte della struttura ospedaliera.

Le accuse

In tutto 5 gli indagati, a vario titolo ed in concorso tra loro, tra i quali il legale rappresentante della società aggiudicataria del servizio di ritiro e smaltimento Rifiuti Speciali Ospedalieri, nei confronti della quale il gip ha emesso un decreto di sequestro preventivo di liquidità finanziarie di oltre diecimila euro. Le accuse sono di truffa e frode nelle pubbliche forniture, per l’avvenuta alterazione (in aumento) delle pesate dei rifiuti da smaltire, riempiendo parzialmente i contenitori dei rifiuti con acqua ed esercitando, in altri casi, pressione con un piede sulla bilancia; la seconda ipotesi, invece, dipende dall’aver trasmesso all’azienda ospedaliera un falso certificato di avvenuto smaltimento dei rifiuti, in quanto effettuato da un’altra società.

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