Asse 'ndrangheta-mafia, la barca della droga al largo delle Canarie

L’asse ‘ndrangheta-mafia e la barca della droga alle Canarie

Arrestati due fratelli con un carico di 700 chili di cocaina

PALERMO – L’allarme è scattato il 5 agosto al largo delle Isole Canarie. Qui navigava la barca a vela con a bordo i fratelli Ivan Matteo e Vincenzo Gizzi, di 26 e 31 anni. Sono originari di Rimini, vivono fra Pesaro e le Canarie.

Su di loro si erano da tempo concentrate le attenzioni della Procura di Palermo e degli investigatori della Direzione investigativa antimafia che controllano le rotte della droga. Ed è un carico di 700 chili di cocaina che è stato sequestrato.

La droga proveniva dal Sudamerica. I trafficati hanno un metodo consolidato: abbandonano i pacchi di cocaina in un punto esatto del mare e poi qualcuno li ritira. Oltre ai fratelli italiani, sono stati arrestati anche un croato e un serbo. La barca è stata abbordata mentre le operazioni venivano seguita dall’alto.

Gli agenti della Dia sono arrivati assieme ai colleghi della Guardia Civil spagnola prima che i sacchi di polvere bianca venissero smistati. Era già accaduto nel 2018 quando furono i finanzieri a bloccare la nave Remus con 20 tonnellate di hashish destinate al mercato europeo dove sarebbero dovute entrare attraverso la porta dei Balcani. Lo stesso filone investigativo nel novembre scorso ha portato all’arresto del latitante Luciano Camporese, originario di Rimini, considerato un importante trafficante internazionale con stretti legami con la ‘ndrangheta.

barca a velo
I fratelli Gizzi e la barca a vela dove è stata trovata la cocaina

Allora come oggi viene fuori l’asse fra i cartelli del Sud America, la mafia dell’Est, i boss calabresi e quelli di Cosa Nostra. La barca a vela “Rossio” battente bandiera polacca, di proprietà di uno dei fratelli Gizzi, sarebbe stata una sorta di taxi del mare per smistare la droga. La Procura di Palermo aveva chiesto ad Europol l’iscrizione di un alert sulla barca presso il Maritime analysis and operations centre (narcotics) di Lisbona. Ha funzionato. Si continua a indagare. Le rotte della droga restano attive.  

Ci sono volti noti e insospettabili come i fratelli Gizzi. E non sono gli unici: lo scorso maggio sono stati arrestati a Palermo Veronica Cusimano e Salvatore Orlando. Disoccupata lei, bancario in pensione lui. Avrebbero addirittura ospitato un summit della droga a casa nel dedalo delle stradine fra Falsomiele e Villagrazia. Palermitani e calabresi si erano messi d’accordo per trasportare dieci chili di cocaina al mese nel capoluogo siciliano, dove di chili di coca ne vengono consumati più di trenta in trenta giorni.


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