PALERMO – Quanta Sicilia ci sarà nel governo Gentiloni? Lo scopriremo presto ma certo è difficile che ce ne possa essere meno di quanto non ce ne fosse nel governo Renzi. Nel precedente esecutivo, infatti, l’unico ministro siciliano, e in pratica unico meridionale, era Angelino Alfano. Il leader di Ncd, secondo il totoministri dei media nazionali, resterà nella squadra, forse mantenendo il Viminale o addirittura spostandosi agli Esteri.
Angelino, all’Interno o alla Farnesina, potrebbe trovare una compagnia siciliana nella squadra di governo. I verdiniani di Ala, infatti, reclamano un paio di poltrone, ormai usciti dall’equivoco di un sostegno che c’è ma non si dice. E uno dei nomi in ballo per Ala è quello del capogruppo, Saverio Romano, già Udc e poi Cantiere popolare, transitato in seguito in Forza Italia per poi sganciarsi e sposare la causa dei “responsabili” verdiniani. Romano fu già ministro dell’Agricoltura con Berlusconi. Il suo nome sarebbe in ballo secondo i retroscena dei media nazionali per una poltrona ministeriale.
Di altri siciliani all’orizzonte per ora non se ne vedono. Chiusa la quadra dei ministri – Gentiloni potrebbe farcela anche in giornata – si aprirà il campionato cadetto per le poltrone di sottosegretario. Lì gli uscenti siciliani sono tre, il renziano Davide Faraone e i due alfaniani Giuseppe Castiglione e Simona Vicari. I primo legatissimo da sempre al premier dimissionario era diventato un “quasi ministro” all’Istruzione e non è detto che rimanga allo stesso posto ma dovrebbe restare in squadra, a meno che Renzi non lo riporti alla segreteria nazionale. Più renziana di Renzi era diventata anche Simona Vicari, che aveva cambiato due ministeri, accasandosi di recente alle Infrastrutture, mentre Castiglione è sempre stato all’Agricoltura. Anche per loro la conferma è ancora tutta da valutare. Ma questa è una partita che si giocherà nei prossimi giorni.
