Miccichè, le polemiche, la pace: Musumeci, uno e centomila

Miccichè, le polemiche, la pace: Musumeci, uno e centomila

I toni concilianti del presidente e le puntate precedenti
LE DISFIDE E LE RETROMARCE
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Adesso, Nello Musumeci butta oceani sul fuoco delle diatribe da lui stesso sollevate. Non è una novità, tra dato caratteriale e strategia politica. All’assalto d’impeto segue il ripiegamento prudente. E quando qualcuno obietta: scusi, ma lei non aveva detto che… la replica è sempre la stessa: avete frainteso, non è così, non c’è nessun problema.

Per rendersene conto, basta leggere le dichiarazioni che il presidente della Regione ha rilasciato al ‘Messaggero’: “In Sicilia il centrodestra è stato diviso prima del 2017, quando con la mia candidatura si è riunificato ha ritrovato un progetto di Governo condiviso e ha vinto le elezioni, mentre tutti gli osservatori erano pronti a celebrare la prima regione a guida grillina. In Sicilia e non solo il centrodestra perde quando si divide”.

A leggerla così sembrerebbe il ritratto di un uomo di pace, alieno al rimbrotto e alla spaccature. Uno che rammenda, piuttosto che scucire. E che si prodiga per l’armonia del contesto. Ma ci sono anche altri pezzi incandescenti di storia consegnati alla posterità, sia pure breve, della contesa. Altre parole, come quelle pronunciate in occasione della notissima polemica sui grandi elettori per il Quirinale. Sciabolate con termini forti come ‘diserzione’ e una crisi all’orizzonte che poi, come da copione, è stata rinnegata. Avevamo capito tutti male: non c’era.

Tutto va inquadrato nel consueto marasma che precede gli appuntamenti elettorali, uno specchio deformante che cambia il paesaggio e le cose. Perfino il Covid – tragedia di questo tempo che richiederebbe una nobile unità di intenti – è ormai ridotto ad arma, a strumento di una guerra all’ultimo voto. E non è un bel vedere, se non altro per il rispetto dovuto alla serietà del dolore.

E la candidatura di Miccichè? Dice Musumeci al ‘Messaggero’: “Non mi esprimo per rispetto verso Forza Italia che governa con me la Sicilia da quattro anni con il recente apprezzamento del presidente Berlusconi. Al polo centrista, autonomo, non credo. Cosa diversa è il rispetto a un’area centrista che si riconosce nel Ppe e che in Italia è alternativa alla sinistra. Se si rafforza sarà solo un bene per il profilo plurale del centrodestra”.

Nemmeno una risposta al ‘gemello diverso’, presidente dell’Ars che pure non le ha mandate a dire. Ieri, il ruggito della disfida, oggi il sussurro di chi tenta di riannodare i fili della ricandidatura. Musumeci, uno e centomila.


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