"No vax? No drink": like e insulti per il coraggio di 'Prospero'

“No vax? No drink”: like e insulti per il coraggio di ‘Prospero’

La scelta di un locale e i commenti (alcuni assurdi) sulla pagina.

PALERMOCinzia Orabona è una persona che ci mette il cuore e il cervello. Il suo ‘Prospero, enoteca letteraria’, locale notissimo, è un prodotto autentico della passione. Da stasera, campeggia una scritta sulla pagina Facebook: “Siamo da sempre aperti a tutti i generi, a tutte le età, ai cani, agli unicorni e agli hobbit. Da oggi NO VAX, NO DRINK. Vi chiederemo la certificazione che attesta l’avvenuta vaccinazione. (anche la prima dose va bene)”. Segue una valanga di commenti.

Molti consensi, molti like, alcuni dissensi e qualche insulto di troppo. I consensi, a lume di conteggio, sembrano di più. Cinzia, raggiunta al telefono, è stanchissima, anche forse provata dai toni accesi. Ma non recede dal suo proposito: “Rispettiamo la libertà – dice – che innanzitutto si basa sulla responsabilità”.

Infatti, sulla porta del locale campeggia un avviso: “A chi si ostina a non vaccinarsi voglio dire una cosa: le categorie come la mia stanno lavorando oggi per pagare i debiti accumulati durante i periodi di chiusura forzata. Non possiamo permetterci in alcun modo di tornare alla situazione di due mesi fa”. Cinzia Orabona, è lei che ha scritto, conclude: “Sappiate che per questo ho deciso che da Prospero potrà venire solo chi è vaccinato. Non si gioca così con la salute e con il lavoro degli altri”.

Successivamente, questa ragazza che crede nella sua impresa e lotta contro la crisi, ha sottolineato il suo sconforto su Facebook: “I no vax hanno scatenato l’inferno. Fioccano insulti in privato e in pubblico per la mia scelta. Mi stanno augurando di tutto, dalla morte al fallimento. Amen. Io non cambio idea”.

C’è un dibattito sul rapporto tra libertà e responsabilità. Si parla di Greenpass, di diritti, di percorsi. E qualcuno, a sproposito, paragona le restrizioni all’Olocausto, come se una serata al ristorante fosse assimilabile al cancello di Auschwitz.

Una vicenda del genere si sta sviluppando sulle pagine del ‘Nautoscopio’, altro locale faro della movida cittadina, portato avanti con una filosofia che va oltre la semplice comunicazione dell’ordine al tavolo. Lì, domani, ci sarà la prima serata di vaccino con l’aperitivo. Una iniziativa per aumentare le somministrazioni, lanciata dal commissario per l’emergenza, Renato Costa.

Pure in quel caso proteste ancora più acerrime e sul filo dell’assurdo. Si contesta il fatto che quelli del Nautoscopio si siano offerti per una causa importante come l’immunizzazione. Dal locale gettano acqua sul fuoco delle polemiche e spiegano che stanno solo dando “un piccolo contributo”. Pure loro ci mettono cuore e cervello. Di questi tempi è un segnale confortante.


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