No Vax, scattano le perquisizioni in 16 città italiane - Live Sicilia

No Vax, scattano le perquisizioni in 16 città italiane

Controlli anche a Palermo.

TORINO – Sono 17 i decreti di perquisizione eseguiti dalla Polizia di Stato di Torino nei confronti degli attivisti No Vax/No Green Pass più radicali affiliati al noto canale social “Basta Dittatura”, uno degli spazi web di maggiore riferimento nella galassia dei negazionisti del Covid 19.

Il canale “No dittatura”

Il canale era già stato oggetto di un provvedimento giudiziario di sequestro nonché della decisione di chiusura da parte della stessa società, in considerazione della gravità dei contenuti pubblicati. L’operazione è stata realizzata a seguito delle indagini svolte sotto la direzione dei magistrati specializzati della Procura della Repubblica di Torino, gruppo terrorismo ed eversione. Le complesse attività che ne sono conseguite, svolte congiuntamente dalla Polizia Postale e dalla Digos di Torino, sono state condotte per diverse settimane monitorando h 24 il canale divenuto- sottolinea una nota della Polizia- polo principale nell’organizzazione di proteste violente su tutto il territorio nazionale.

Le città interessate

L’operazione che ha portato alle perquisizioni di 17 no vax ha coinvolto 16 città tra cui Ancona, Brescia, Cremona, Imperia, Milano, Pesaro Urbino, Pescara, Palermo, Pordenone, Roma, Salerno, Siena, Treviso, Trieste, Torino, Varese. E’ stata eseguita dalla polizia di Torino con i Compartimenti Polizia Postale e delle Digos territoriali, con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni e dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.

Draghi nel mirino degli attivisti

Istigavano sistematicamente all’utilizzo delle armi e a compiere gravi atti illeciti contro le più alte cariche istituzionali, tra cui il presidente del Consiglio Mario Draghi gli indagati nei confronti dei quali questa mattina sono state eseguite diverse perquisizioni nell’ambito dell’operazione ‘Basta dittatura’, uno degli spazi web di maggiore riferimento nella galassia dei negazionisti del Covid-19 già oggetto di un provvedimento giudiziario di sequestro nonché della decisione di chiusura da parte della stessa società, per la gravità dei contenuti pubblicati.

Evocavano “la fucilazione” per medici e giornalisti

C’erano anche le forze dell’ordine, i medici, gli scienziati, i giornalisti e altri personaggi pubblici accusati di “asservimento” e di “collaborazionismo” con la “dittatura” in atto tra gli obiettivi di ‘Basta Dittatura’, la chat di riferimento della galassia dei negazionisti del Covid-19. Frequenti erano i riferimenti espliciti a “impiccagioni”, “fucilazioni”, “gambizzazioni”. Nei messaggi si alludeva anche a una nuova “marcia su Roma”. Presa costantemente di mira con pesanti insulti anche tutta quella parte di popolazione che, vaccinandosi e osservando le regole di protezione personale, ha accettato di rendersi “schiava” dello Stato. Tra gli indagati ci sono persone già note alle forze dell’ordine; alcune hanno precedenti per resistenza a pubblico ufficiale, rapina, estorsione e in materia di stupefacenti. Non mancano però anche gli incensurati, che online si sono avvicinati alle posizione No Vax. Tra gli identificati anche persone che in passato avevano promosso blocchi autostradali e ferroviari e partecipato a disordini di piazza.

La chat Telegram

“Ci stanno dando la caccia. Stiamo attenti. La verità fa male a questo governo”. È uno dei commenti apparsi su alcune chat Telegram No Vax e No Green Pass dopo la notizia delle perquisizioni a carico degli attivisti della chat ‘Basta dittatura’. C’è anche chi propone nuove proteste. “Potremmo organizzare gruppi di centinaia di persone – si legge – ed entrare senza mascherine in un centro commerciale. Ci rivolgiamo alle forze dell’ordine: state difendendo un governo che non è giusto, che sta facendo male. Il popolo si sta ribellando non perché è cattivo. Il nostro è un modo di dire no alle ingiustizie”. Minacce ai magistrati della procura di Torino e alla polizia che indagano a carico degli attivisti della chat ‘Basta dittatura’. “Sapete cosa fare” si legge sui canali Telegram No Vax e No Green pass che hanno diffuso la notizia delle perquisizioni di questa mattina. “Bisognerebbe andare tutti sotto il palazzo a lanciare bombe, così la smettono con questa dittatura”, è uno dei tanti messaggi ora al vaglio della Digos della Questura di Torino.

Due fogli di via del questore di Torino

Due fogli di via sono stati emessi dal questore di Torino, Vincenzo Ciarambino, nei confronti di altrettanti No Vax. Si tratta di una donna di 43 anni di origini siciliane indagata nell’inchiesta ‘Basta dittatura’ che questa mattina ha portato la polizia a eseguire perquisizioni in tutta Italia e di un uomo, estraneo all’indagine. Il provvedimento è stato adottato, secondo quanto si apprende, “per le condotte criminose durante le manifestazioni di piazza, con atteggiamenti oppositivi nei riguardi delle forze dell’ordine durante la gestione dei cortei non autorizzati”.

Nuove chat no vax verso la chiusura

La polizia postale di Torino nelle prossime ore chiederà alla Procura del capoluogo piemontese di avviare le procedure per l’oscuramento dei nuovi canali nati su Telegram dopo la chiusura di ‘Basta dittatura’. Si tratta di spazi su cui ancora oggi si leggono minacce rivolti a investigatori e magistrati, tra cui ‘Basta dittatura italiana’ e ‘Basta dittatura-proteste’. “Nelle chat gli indagati invitavano a bloccare strade, stazioni ferroviarie, banche. Chiedevano di utilizzare armi, bastoni, bottiglie molotov, acido da lanciare alle forze dell’ordine, gambizzare. Non mancano, inoltre, gli inviti a marciare su Roma”. Così il dirigente della Digos della Questura di Torino, Carlo Ambra, in merito all’operazione ‘Basta dittatura’ che ha portato la polizia a effettuare questa mattina perquisizioni in tutta Italia. “Agli indagati la polizia è arrivata dopo un lungo lavoro di monitoraggio iniziato prima dell’estate – aggiunge Fabiola Silvestri, dirigente della polizia postale del Piemonte – Gli amministratori del canale, poi chiuso da Telegram, che contava oltre 40 mila utenti, non sono stati ancora identificati”.


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