"Non bocciamo la Borsellino, |ma serve dare una svolta" - Live Sicilia

“Non bocciamo la Borsellino, |ma serve dare una svolta”

Rete ospedaliera, situazione nei pronto soccorso e il caso della nomina di Cantaro e Pellicanò. Gaetano Palumbo, dell’associazione Equomed e esponente del Pd Catania, dice la sua sulla gestione della sanità targata Crocetta.

CATANIA- Sanità siciliana al microscopio.  In questi ultimi mesi sono state avanzate diverse critiche alla Regione Siciliana su come amministra il diritto alla saluta. Critiche sia dal punto di vista politico e anche gestionale. L’affondo dei sindacati, delle associazioni e della politica (anche della stessa maggioranza di Crocetta) ha creato piccoli terremoti sfociati anche in fascicoli aperti dalla Procura di Catania. Non ultimo quello riguardante la nomina dei manager Cantaro e Pellicanò. Un’interpretazione del Governo confermerebbe che il conferimento dell’incarico era totalmente legittimo. Legittimità su cui si è sempre trincerato il Presidente della Regione a chi chiedeva spiegazioni dopo le dichiarazioni del presidente della Commissione Sanità all’Ars Giuseppe Digiacomo che gettavano ombre su “alcune pressioni” legate alla decisione di revocare la nomina ai due manager. Il deputato ibleo è stato anche interrogato dai magistrati catanesi e l’inchiesta prosegue anche se “si tratta – come detto dal procuratore Salvi – di un’indagine esplorativa senza ipotesi di reato”. Di Sanità si parlerà oggi a Palazzo dei Chierici, in particolare di rete ospedaliera. il Pd ha radunato i protagonisti cercando di “dare un’opportunità a Catania”. Per Gaetano Palumbo, dell’associazione Equomed e esponente del Pd Catania, alcuni parametri utilizzati non “tengono conto di parecchi fattori”.

 Quale è la vostra posizione sulla rete ospedaliera?

In questo caso parlo sia a nome della associazione Equomed che rappresento ma anche da esponente del Partito democratico. Premesso che ancora non vi è una bozza definitiva e una conseguente approvazione da parte del ministero della salute, credo comunque che su questa vicenda si sia perso tempo prezioso a discapito sia degli addetti ai lavori, ma soprattutto dell’utenza. Ho avuto modo di poter dare una lettura alla bozza presentata dall’assessorato regionale alla sanità sulla rimodulazione della rete ospedaliera in Sicilia, e sinceramente credo che i parametri utilizzati per la soppressione delle unità operative semplici e complesse e la chiusura di alcuni presidi ospedalieri nelle nove Asp siciliane, non tengano conto di parecchi fattori che prescindono dal bacino di utenza o dai posti letto di degenza. Mi spiego: non è possibile pensare di chiudere presidi ospedalieri senza mettere in conto la posizione geografica di dove sono collocati tali presidi o la viabilità della rete stradale per raggiungere i grossi centri metropolitani. È condivisibile l’idea di sopprimere unità operative chirurgiche situate a pochi chilometri di distanza, ma è altrettanto fondamentale, garantire il primo soccorso al malato. Non credo che l’utenza abbia bisogno di una rete provinciale o regionale di tante micro eccellenze per gli interventi programmati e di routine, ma esige a pieno diritto la presenza di strutture efficaci a tamponare la contingenza dell’urgenza.

La situazione ai pronto soccorso è davvero disastrosa così come segnalano molti utenti?

Vivendo quotidianamente le realtà dei pronto soccorsi siciliani, mi dispiace dover affermare che il disagio è parecchio. Purtroppo le carenze strutturali e di organico rendono l’operato dei medici e degli infermieri molto spesso inefficace a garantire la salute del paziente. Faccio solo un esempio: senza spostarci troppo dall’hinterland catanese. Attualmente dei 5 presidi ospedalieri del distretto di Catania 1 e Catania 2 e dei rispettivi 5 pronto soccorsi, solo l’ospedale di Acireale è dotato di una rianimazione e di guardie attive h 24 del comparto emergenza, gli altri pronto soccorsi agiscono esclusivamente in regime di reperibilità su chiamata. Purtroppo l’amara conclusione è che l’urgenza non aspetta, va trattata nel minor tempo possibile, solo così l’azione del personale specializzato può diventare salva vita per il paziente. Su questo mi si consenta di dire che è assurdo non aver ancora risolto la questione dei precari, quando si è addirittura in carenza di organico. La sanità siciliana ha bisogno di personale specializzato ed efficente che possa lavorare nel rispetto dell’individuo, sostenendo normali turni lavorativi tali da rendere sempre lucido l’operatore nella sua professione.

La ricetta “Borsellino” è efficace?

Allo stato attuale credo che sulla sanità non si sia investito come si doveva, e lo dico da militante del maggior partito di coalizione. Con questo non voglio dare una bocciatura completa dell’operato del governo regionale. Sicuramente la situazione ereditata dai precedenti governi non ha facilitato il compito, ma ora è arrivato il momento di ingranare la marcia giusta e dare una svolta alla sanità siciliana.

Caso Manager. Una circolare del Governo afferma che la nomina di Cantaro e Pellicano era legittima, Crocetta è stato dunque troppo frettoloso?

Le criticità che sono emerse a seguito della decisione del Presidente Crocetta sono evidenti. La circolare 6 a firma del Ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia non fa altro che riprendere quanto già espresso dalla Camera dei Deputati con l’ordine del giorno di cui l’on. Giuseppe Berretta era primo firmatario e che definiva in maniera chiara e senza possibilità di fraintendimenti quale fosse la interpretazione autentica della norma. Il Presidente Crocetta non ha ritenuto di tenerne conto e le conseguenze di tale scelta incidono oggi e potrebbero continuare ad incidere in futuro sulla capacità di prendere fondamentali decisioni che queste due importanti strutture sanitarie dovranno mettere in atto per rispondere alle esigenze dell’utenza. Non sono abituato a dare giudizi su fatti non ancora del tutto accertati, ma non vi è dubbio che per quel che riguarda il tema delle nomine in ambito della sanità, come in altri settori, la strada maestra debba essere quella della competenza e della meritocrazia. Siamo stati abituati con i precedenti governi regionali ad una lottizzazione politica delle nomine manageriali, spero e credo che l’attuale governo regionale basi la sua azione di riforme su canoni differenti e abbia ancora il tempo e i mezzi per invertire la tendenza degli anni precedenti.

 

 

 


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