Giorno 28 ottobre è stata inaugurata, nella cornice di Palazzo Sclafani a Palermo, la mostra “Nonostante il lungo tempo trascorso”, sulle stragi nazifasciste nella Guerra di Liberazione e in particolare sui processi penali militari.
La mostra è stata organizzata dallo Stato Maggiore della Difesa e dalla Procura Generale militare presso la Corte Militare d’appello sotto l’Alto Patrocinato del Presidente della Repubblica, con la sinergia interistituzionale del Comitato Militare Esercito “Sicilia” e della Fondazione Federico II.
Marco De Paolis è il curatore della mostra, e attualmente dirige la Procura Generale Militare presso la Corte Militare d’Appello di Roma. Diede inizio nel 2002 alla grande stazione dei processi legati al rinvenimento del 1994 dell’ “armadio della vergogna”, contenente i 695 fascicoli occultati sulle stragi nazifasciste, che ha permesso di fare giustizia sulle principali stragi perpetrate dai nazifascisti dopo l’armistizio. E’ stato pubblico ministero in 17 processi, tra cui quelli per le stragi nazifasciste di Sant’Anna di Stazzema, Civitella Val di Chiana, Monte Sole – Marzabotto e per l’eccidio di Cefalonia.
A presentarla, oltre a Marco De Paolis, il Generale di divisione Maurizio Angelo Scardino, Comandante militare dell’Esercito in Sicilia, e il Direttore generale della Fondazione Federico II, Patrizia Monterosso.
La mostra illustra con fotografie, video e schede storiche, le tappe che hanno portato alla nascita della Repubblica. Tappe segnate dal sacrificio e dal sangue degli Italiani che hanno lottato per uno Stato democratico e repubblicano.
La narrazione, e lo scopo della mostra stessa, è quello di far sì che la storia di quegli anni non si disperda. “Nonostante il lungo tempo trascorso…” fa infatti riferimento all’insabbiamento di alcuni documenti che avrebbero consentito alla magistratura militare di trovare i colpevoli degli eccidi militari e civili italiani dopo l’8 settembre del 1943. “Nonostante il lungo tempo trascorso” si ricordano questi caduti, e finalmente si dà loro quella giustizia, e quella considerazione, che non gli era stata conferita.
La mostra intende costruire un filo tra storia, giustizia e memoria. Ci fa aprire gli occhi su un periodo di storia che spesso non viene tenuto in considerazione, ma che è tuttavia esistito. Una cicatrice nella storia italiana, che conta un numero spropositato di vittime.
Sei sono le sezioni in cui è suddivisa la mostra.
La prima dedicata ai crimini di guerra militari commessi sui militari italiani dopo l’8 settembre. La seconda dedicata ai crimini di guerra commessi in Italia sulla popolazione civile. La terza è dedicata ai deportati nei lager del Terzo Reich, e al lavoro coatto. Ci sono poi pannelli e mappe interattive dei principali luoghi di internamento e deportazione, immagini, date ed eventi.
La narrazione espositiva si chiude poi con una sezione dedicata ai processi militari italiani contro i crimini di guerra tedeschi dal dopoguerra ad oggi.
La mostra resterà aperta dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 15:45. Resterà chiusa nei fine settimana, ad eccezione di sabato 29 ottobre, sabato 19 novembre e sabato 17 dicembre, dalle 18 alle 20.