Palermo, 10 chili di cocaina al mese dalla Calabria: 21 arresti

Palermo, 10 chili di droga al mese dalla Calabria: 21 arresti NOMI

Patto mafia-'ndrangheta. La strana telefonata che diede il via all'inchiesta
OPERAZIONE "CAGNOLINO"
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PALERMO – Si sono messi d’accordo per trasportare dieci chili di cocaina al mese dalla Calabria a Palermo. Il patto fra la mafia e la ‘ndrangheta è saltato grazie al blitz dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziario di Palermo che hanno arrestato 21 persone.

A siglare l’intesa con i Barbaro, che guidano la potente ‘ndrina di San Luca, e una famiglia, i Fascella, che storicamente gestisce i traffici di droga alla Guadagna, mandamento mafioso Villagrazia-Santa Maria di Gesù. In carcere finiscono Giuseppe e Salvatore Fascella, figli di due boss della droga. Per la cronaca i Fascella e altri quattro indagati percepiscono il reddito di cittadinanza che sarà subito sospeso.

La telefonata di una ragazza fa saltare il patto

Nell’ultimo periodo sono stati arrestati sei corrieri. L’ultimo la scorsa settimana. Era chiaro che non si trattasse di viaggi isolati, ma di un’organizzazione più ampia. Il La alle indagini è da film. Al centralino della finanza è arrivata la telefonata di una ragazza. Chiedeva come mai non fosse stata divulgata la notizia di un arresto e di un sequestro. Temeva ripercussioni. Se la notizia fosse rimasta sottotraccia qualcuno le avrebbe contestato il sequestro della droga.

Boss della cocaina col reddito di cittadinanza

Quel qualcuno è strato identificato partendo dai contatti della insolita telefonata. Ed è emerso il ruolo dei figli degli storici boss della droga del rione Guadagna. Per la cronaca i Fascella ed altri quattro arrestati percepiscono il reddito di cittadinanza che sarà subito sospeso.

Gli insospettabili

Per non dare nell’occhio un ruolo importante sarebbe stato dato a due incensurati che avrebbero tenuto i contatti con i corrieri. Salvatore Orlando, ex bancari in pensione, e Veronica Cusimano, ufficialmente disoccupata, sono stati seguiti fino in Calabria dove avrebbero concordato i dettagli dei viaggi. Per riconoscersi al momento dell’incontro usavano la parola d’ordine “cagnolino”, scelta per dare il nome anche all’operazione dei finanzieri agli ordini del colonnello Gianluca Angelini.

I calabresi si accollano il rischio del sequestro, i palermitani comprano la droga ad un prezzo maggiorato che va da 35 a 38 mila euro al chilo. Dieci chilogrammi al mese: troppi per pensare che li smerciassero i soli Fascella.

L’hub della cocaina

Ed ecco l’ipotesi più che concreta che, secondo il procuratore Maurizio de Lucia, l’aggiunto Paolo Guido e i sostituti Vittorio Coppola e Dario Scaletta (oggi al Cms), alla Guadagna ci fosse una sorte di hub. La droga viene stoccata in un deposito (chi lo gestisce guadagna 500 euro per nascondere ogni singolo carico) e le famiglie mafiose, che hanno fatto cartello, prelevano la cocaina per distribuirla nelle piazze della città.

Il nipote del pentito

Una parte della droga finisce a Mazara del Vallo dove si è trasferito a vivere un volto noto alle forze dell’ordine, Gaspare Sanseverino, non solo per i suoi precedenti penali ma anche per la parentela: è nipote del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza di Brancccio, il pentito che ha svelato i segreti della strage di via D’Amelio.

“L’odierna attività testimonia la costante attenzione della guardia di finanza nell’ambito delle indagini delegate dalla Direzione distrettuale antimafia – si legge in una nota del comando provinciale guidato dal generale Domenico Napolitano – nel contrasto al traffico di sostanze stupefacenti e all’infiltrazione della criminalità organizzata nel tessuto economico produttivo mediante la sistematica aggressione dei patrimoni e delle disponibilità finanziarie riferibili direttamente o indirettamente alle organizzazioni delinquenziali”.

Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati in Calabria tre imprese che distrubuiscono caffè, dolci e frutta.

I nomi degli arrestati

Questi i nomi degli arrestati: Giuseppe Barbaro (Platì), 43 anni, Pasquale Barbaro (Platì), 33 anni, Giuseppe Fascella (Palermo), 50 anni, Salvatore Fascella (Palermo), 50 anni, Veronica Cusimano (Palermo), 43 anni, Salvatore Orlando (Palermo), 60 anni, Vincenza Denise Bonanno (Palermo), 33 anni, Antonino Pilo (Palermo), 32 anni, Renzo Logioia (Castelnuovo Scrivia), 52 anni, Rocco Pizzinga (Casignana), 49 anni, Francesco Reitano (Catania), 46 anni, Gaetano Capizzi (Palermo), 53 anni, Maria Rosa Cardinale (Palermo), 44 anni, Giuseppe Cusmano (Palermo), 52 anni, Mariella Di Majo (Mazara del Vallo), 46 anni, Maddalena Fascella (Palermo), 57 anni, Alessandro Genuardi (Palermo), 43 anni, Giovanni Mirabella (Catania), 42 anni, Mario Vito Orlando Palermo), 57 anni, Gaspare Sanseverino (Villabate), 50 anni. Un ventunesimo indagato è al momento irreperibile.


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