Palermo, come Buttaro via un'altra grande occasione

Palermo, come Buttaro via un’altra grande occasione

Corini, l'amarezza di chi poteva osare e non osò.

Stavolta non possiamo difendere a spada tratta il nostro Palermo. E non possiamo difendere, sportivamente, il Capitano-Mister Eugenio Corini. Che, spesso, abbiamo schermato per la sua grandezza di mito della casa, per il suo profilo di persona perbene e per il suo impegno di allenatore che ha comunque portato la navicella rosanero nel porto della salvezza. Un buon Palermo, ancora una volta, ha Buttaro via un’altra occasione. Buttaro, infatti, ha valorosamente segnato. E si pensava di potere approdare a una consolante vittoria. Poi, il rigore che ha dato vita all’ennesimo ‘pareggino’. Questa squadra si pietrifica quando gli altri segnano, manco fissasse lo sguardo di Medusa. Perché?

Intendiamoci, salvarsi è un merito importantissimo e non è detto che fosse scontato. Ma l’acquolina in bocca per i play-off, anche soltanto per arrivarci e osare un giretto, in attesa di una struttura tecnica più accreditata, è già un dato emotivo acquisito. Numeri alla mano, il traguardo non sembra affatto precluso. Ma è la sommatoria dei pareggini che sconforta un po’. Come l’incapacità dei rosanero di compiere quel passo in più.

E qui entra in gioco il condottiero che, non più dal prato, dalla panchina, guida le sorti del nostro campionato. Sulla tattica si può ovviamente discutere. Nessuno ha le idee più chiare di chi è dentro uno spogliatoio, però è vero che c’è una critica libera e competente che ha ragione nel rivendicare le sue opinioni. E l’impressione è questa: è mancata, sta mancando, la svolta mentale, non soltanto tecnica. L’idea che un campionato di transizione potesse trasformarsi in una cavalcata inaspettata e sfolgorante.

Siamo dalla parte del mister e della squadra che sono una cosa sola. Ma non vorremmo che il traguardo ambito – conservare la serie B – alla fine dei giochi fosse coperto da sospiri di rimpianto. Dall’amarezza di chi si rende conto che si poteva osare e non si osò. (rp)


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