PALERMO – Molti, all’Astoria Palace di Palermo, gli spunti nati dalla convention del Mpa. Tra i presenti ecco anche Gianfranco Micciché, da mesi ormai un corpo estraneo a Forza Italia, partito del quale era coordinatore in Sicilia, a causa dello scontro con il presidente della Regione, Renato Schifani.
L’ex presidente dell’Ars ha ricevuto l’invito dal leader degli autonomisti Raffaele Lombardo che ha raccolto la classe dirigente del partito per fare il punto dopo il patto federativo con la Lega di Matteo Salvini. Un’alleanza strategica per le europee del prossimo anno quella tra Lega e Mpa con un peso politico rilevante in Sicilia.
Lombardo: “Disposti al confronto”
“Per circa 10 anni non ho messo piede nei Palazzi – ha dichiarato Raffaele Lombardo durante la convention -. A Palazzo dei Normanni sono stato un paio di volte a trovare il presidente dell’epoca Gianfranco Miccichè, mi avevano invitato poi a parlare del caso Montante in commissione regionale Antimafia. Mai messo piede a Palazzo d’Orleans, dove mi è capitato di tornarci: è bene che però ci vadano altri dirigenti, perché o accettiamo la logica del confronto politico franco e aperto, oppure non ha senso. L’autonomia confligge con la pratica che io vedo esercitare indegnamente da quelle parti, dell’adulazione, della delazione e del servilismo”.
“Se si preferiscono questi ‘valori’ – ha aggiunto – noi, per carità, non abbiamo dove andare, io da quelle parti non mi faccio sicuramente vedere. Se invece una volta e per tutte si vuole cominciare a ragionare tra persone che hanno tutte le proprie idee, le proprie proposte e la propria dignità allora sicuramente noi ci possiamo sedere per dire sì o per dire no”.
“Lagalla ostaggio dei partiti”
“Proponiamo una federazione ai sindaci che vogliono essere autonomi e indipendenti, ho rivolto questo invito al sindaco di Siracusa, l’ho fatto con quello di Ragusa. Il sindaco di Palermo – ha continuato Lombardo –, per esempio, è messo tra due fuochi, è al centro di un lotta all’ultimo sangue tra i grandi partiti che pretendono una poltrone in più o in meno e cercano di soffocarlo perché non ha la copertura nazionale. A queste persone che non hanno le spalle coperte noi diamo una mano, se la loro indipendenza è autentica possiamo invitarli a impegnarsi e a coinvolgersi con noi”.
“La mia area politica nel ’92-93 faceva capo in Sicilia a tre uomini che si chiamavano Calogero Mannino, Sergio Mattarella e Rino Nicolosi: tre grandi politici, io ero più legato al primo; il secondo è oggi uno stimatissimo presidente della Repubblica, il terzo fu un grande presidente della Regione Siciliana. Quella era la Dc: ora io mi posso chiamare organizzazione delle nazioni unite ma faccio ridere. Quella fase storica si è conclusa, tanto per essere chiari”, ha aggiunto il leader dell’Mpa riferendosi a Totò Cuffaro.
“Spirito autonomistico attenuato”
“Per 12 anni mi sono occupato di tante altre cose, oggi lo spirito autonomistico – ha detto Lombardo – lo trovo veramente molto attenuato. C’è un prevalere al riferimento ai partiti nazionali che è qualcosa di incredibile. Oggi se bisogna smuovere un tavolo o una sedia in uno dei Palazzi del governo regionale, si dice vediamo che dice Roma. Ecco perché ci stiamo incontrando oggi, perché questo spirito dell’autonomia, della libertà e dell’orgoglio rinasca. Cerchiamo di essere orgogliosi di essere siciliani e autonomisti, cerchiamo di diffonderlo. Oggi c’è un centralismo di quella Roma, che mi sento di dire ladrona veramente, delle lobbies, degli affari e dell’incapacità a governarci più liberamente le nostre risorse. Il nostro progetto autonomista avrà tanti ostacoli, perché al di là dei governi che cambiano, ci sono alcune strutture centralistiche, come la burocrazia dei ministeri e i poteri forti che vanno avanti indebolendo le Regioni più deboli”.
“Sanità verso il fallimento”
Non manca il passaggio sulla Sanità: “Sulla sanità si faccia come meglio si possa fare -dice Lombardo -, si individuino dei criteri ma si esca da questa impasse. Leggevo oggi su un giornale che ora i 49 nomi vengono sfrondati e si arriva a 38, sapevamo che erano 95, poi abbiamo letto che erano 49, poi sono usciti gli eccellenti 11, ora si arrivano a 38. Ma così si finisce a confusone, c’era un bando e c’era scritto che si sarebbe fatto una sola rosa dei nomi senza graduatorie. Il mandato di un dirigente generale va dai 3 ai 5 anni, qui stiamo andando verso i 6 anni, e gli ultimi due anni in una condizione di precarietà, di incertezza e di proroga che sta portando al fallimento della sanità siciliana”. Poi una sorta di appello: “Battetevi caro Roberto Di Mauro e caro Gianfranco Miccichè perché nella sanità si privilegi il pubblico, perché io temo che consapevolmente o inconsapevolmente si sta scivolando verso la sanità privata”.
“Perché vogliono distruggere il Cefpas?”
“Mi spiegate perché il Cefpas deve essere distrutto, demolito? Glielo puoi chiedere?”. Così Lombardo si è rivolto all’assessore all’Energia Roberto Di Mauro che lo stava ascoltando assieme agli altri dirigenti del partito. “Perché non è simpatico? Perché non s’inchina? Perché non esprime servilismo, perché non bacia la pantofola? Lo vuoi chiede alle autorità competenti, caro Roberto, per favore?”
“Mi candido? Solo se…”
“Non lo so se mi candido alla elezioni europee – ha detto anche Lombardo – se mi dovessero puntare la pistola alla tempia pur di non morire mi candiderò. Ma se mi candido e vengo eletto non c’è dubbio che mi iscriverò al partito Popolare europeo”.
Miccichè: “Il coraggio di Lombardo”
“Raffaele Lombardo dimostra di essere una persona seria, sono contento che mi abbia invitato e l’ho ascoltato con molto interesse. Non andrei mai in un movimento per l’autonomia, però devo dire che qualche stimolo me l’ha dato, condivido molte cose che ha detto”. Così Gianfranco Miccichè, invitato alla convention del Mpa, organizzata dal leader Raffaele Lombardo che ha riunito a Palermo la classe dirigente del partito dopo il patto federativo con la Lega. “Bisognerebbe chiedere ai partiti nazionali cosa pensano di quello che sta accadendo in Sicilia, dove anziché parlare di sviluppo e progetti si parla di un assessore che si scopre ora di essere figlia di un mafioso e ‘colpevole’ di non averlo detto un anno fa e di parenti piazzati in alcune Fondazioni- aggiunge Micciché -. In questa fase alla Regione non vedo un progetto, non c’è un programma. Raffaele Lombardo oggi ha avuto il coraggio di dire molte cose che non vanno”.