Palermo, la droga, il "catanese" e l'auto blu "non identificata"

La droga, il “catanese” e l’auto blu: “Targa non identificata”

L'auto blu davanti al ristorante di via Libertà
L'inchiesta sul giro di cocaina al ristorante gestito da Mario Di Ferro

PALERMO – I poliziotti stanno ricostruendo la frenetica attività nel ristorante gestito da Mario Di Ferro a Palermo. Ci sono altri politici fra i clienti della droga? “Chiama a quello che sta venendo il catanese… e gli dici che siamo in tre però, va bene?”, diceva il ristoratore al dipendente Pietro Accetta, finito sotto inchiesta e con l’obbligo di firma. Il “catanese” è uno dei tanti personaggi ancora non identificati del giro di droga. La persona da chiamare sarebbe stato uno dei fratelli Salamone, Gioacchino e Salvatore, fornitori degli stupefacenti.

Di chi è l’auto?

Altro indizio su cui si lavora: nel locale di via Libertà non è stata vista giungere solo l’auto blu di Gianfranco Miccichè. C’è anche un’Alfa Romeo Stelvio sotto osservazione. Una sera dello scorso febbraio, Giancarlo Migliorisi, ex capo della segreteria tecnica del presidente dell’Ars Gaetano Galvagno che gli aveva confermato l’incarico ricevuto da Miccichè, giungeva al ristorante di Villa Zito. Erano le ore 22:06 quando è stato inquadrato dalle telecamere.

Tre minuti e via

Appena tre minuti dopo, alle 22:09 usciva dal locale e si incamminava a piedi in via Libertà dove “ad attenderlo vi era una autovettura Alfa Romeo Stelvio di colore scuro, dotata di lampeggiante sul tettuccio della quale, a causa delle condizioni atmosferiche, non era possibile prendere la targa”. Migliorisi saliva sul sedile passeggero anteriore e si allontanava. Di chi era l’auto blu? È uno degli interrogativi dell’inchiesta coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dal sostituto Giovanni Antoci.

Si lavora per ricostruire l’eventuale presenza di altre pedine nella filiera dello spaccio e si valuta anche le modalità di utilizzo delle auto blu. Così come si incrociano i contatti telefonici con gli spostamenti dei protagonisti monitorati dai poliziotti della Mobile e della Sisco fino al parcheggio esterno dell’Ars. Nel frattempo prosegue anche il lavoro sull’incontro “riservato” fra Mario Di Ferro e un esponente di spicco di Cosa Nostra. Chi è perché ha voluto parlare con il ristoratore?


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