Palermo e l'Oro del Reno | Tra pellicce e sedie di plastica - Live Sicilia

Palermo e l’Oro del Reno | Tra pellicce e sedie di plastica

Cronaca di un evento che ha visto in prima fila "la upper class" palermitana.

PALERMO – La Prima de ‘L’Oro del Reno’, è stata l’Appuntamento con la A maiuscola. C’erano tutti: il sindaco, gli assessori, i medici, i commissari, i ministri, le gentil donne in visone, due piccoli serpenti, il gatto, il topo e l’elefante. Tutti pronti a leggere il resoconto della serata sui giornali di oggi. La crema della upper class palermitana era presente e ben illuminata e nell’aria volteggiavano, insieme alle musiche di Wagner, il profumo intenso di colonie maschie ed un vago odore di lacca per capelli. Simpaticamente sottobraccio al loro cavaliere, le dame più chic della città si sono fatte strada tra le poltrone, addobbate di bianche perle e bianchi sorrisi, entrambi da sfoggiare al pubblico, sotto l’ala protettiva degli occupanti del palco reale che, a loro volta, dispensavano saluti garbati.

L’allestimento contemporaneo ha lasciato senza fiato questa platea di preparatissimi e competentissimi avventori, giusto un paio di malpensanti si sono chiesti se non fosse stato realizzato con una mano al portafogli ed una in tasca. Fortunatamente queste serpi hanno avuto il buon gusto di alzarsi ed abbandonare la sala, senza rovinare la serata agli altri. Per il resto, invidio chi ha potuto godere della sensazione di estrema soddisfazione alla vista del palcoscenico del terzo teatro più grande d’Europa riempito da gente che correva con sedie di plastica in mano, suppongo a rappresentare il mare, e delicatissime ninfe che si sfilano le mutande, suppongo a rappresentare ninfe che si sfilano le mutande. Niente fiori, niente maschere, niente gente. E non si poteva nemmeno trovare rifugio nelle toilettes, trasformati per l’occasione in antri infernali. Ed era la sera della Prima. Ma va bene, su.

Tiriamola ancora un po’ la corda del contemporaneo, che il giorno che vedrò scendere Radamés da un’astronave in compagnia dei Teletubbies si che mi sentirò parte dello scenario culturale siciliano. Mi vengono in mente Alberto Sordi e Anna Longhi in ‘Le Vacanze Intelligenti’: “Ma che è, sta’ à dormi?” “Eh… Io gnà faccio più!” Ma anche, solo un po’, un barattolo Manzoniano, pieno a scoppiare di buone intenzioni.

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