Palermo, emergenza cimiteri: ai Rotoli riprendono le cremazioni

Palermo, emergenza cimiteri: ai Rotoli riprendono le cremazioni

Il forno, chiuso dal 2020, già utilizzato per le prime salme. Via libera definitivo entro fine luglio

PALERMO – Il nuovo forno crematorio del cimitero dei Rotoli di Palermo torna in funzione. Le prime salme, due ieri e la terza verrà cremata oggi, sono state inserite dentro il forno per riavviarne il funzionamento. Entro fine luglio, dopo tre anni e quattro mesi di stop (era il 17 marzo 2020 quando, per l’ultima volta, la struttura del cimitero dei Rotoli è entrata in funzione), ci sarà l’apertura ufficiale del nuovo forno crematorio. Così come annunciato lunedì scorso, durante l’abbattimento delle 72 strutture abusive all’interno del camposanto di Vergine Maria, dal sindaco di Palermo Roberto Lagalla e dall’assessore alle Infrastrutture cimiteriali, Totò Orlando. Presente anche il ministro della Protezione civile Nello Musumeci. 

Le prime cremazioni

Gli uffici del Comune hanno comunicato che si procederà alle prime tre cremazioni. Gli aventi diritto, potevano fare richiesta fino alla mezzanotte del 19 luglio. “Il servizio è a pagamento secondo il vigente tariffario (€ 496,88)”, comunicano gli uffici comunali, e “il defunto non dev’essere portatore di peacemaker. Inoltre, il feretro deve essere esclusivamente in legno e secondo le caratteristiche riportate nella modulistica già in uso”. Quindi niente zinco nelle bare. “Le bare con lo zinco – spiega l’assessore Orlando – dovranno continuare ad andare fuori, almeno finché non avremo il nuovo forno”. LEGGI: Cimiteri, Musumeci: “In 6 mesi via uno scandalo che durava da anni” 

Orlando: “Fiduciosi per l’ultimo test con la terza salma di prova”

Fiducioso l’assessore Orlando: “Aspettiamo l’ultimo test che arriverà venerdì 21 luglio con la terza salma di prova, ma siamo fiduciosi. Entro fine mese riporteremo in città e ai cittadini questo servizio”. La mancanza del tempio crematorio aveva costretto i familiari di chi aveva fatto questa scelta di vita ad andare fuori provincia (Misterbianco) o, addirittura, fuori regione (in provincia di Catanzaro).

Le immagini dei depositi, degli uffici e dei tendoni invasi da circa 1.600 bare appartengono al passato e sono solo un brutto ricordo per i cittadini. L’emergenza è ormai alle spalle.


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