PALERMO – Un migliaio in piazza Verdi per lo sciopero globale femminista e transfemminista indetto da ‘Non una di Meno’.
Studentesse, lavoratrici, precarie, disoccupate hanno incrociato le braccia oggi, fermando il normale flusso del lavoro produttivo e riproduttivo, per esercitare una forma radicale e concreta di lotta contro un sistema che le vuole divise e subalterne.
In piazza un grande striscione fucsia che suona come un vero e proprio grido di riscatto: “Lotto Ovunque. Sciopero globale transfemminista”, diversi i cartelli a reclamare diritti fondamentali non garantiti e servizi vitali inesistenti. A Palermo, per questa giornata di mobilitazione, Non una di meno ha attivato un processo di costruzione collettiva che ha investito l’intera città, dalle periferie al centro, in tutte le sue composizioni sociali e realtà cittadine fra cui: associazione Handala, Donne dello Zen, Donne benincity, Donne Afghane, Palermo pride Arcigay Palermo, Fridays for future, Extinction rebellion, Elvira manifesto magnolia. Maghweb, CISS, UAAR, Scirocco pride, Arci tavola Tonda, Woman Orchestra.
In piazza anche i sindacati di base Usb, Cobas e Slai Cobas. Le lavoratrici di Slai da anni portano avanti una vertenza relativa all’ambito del personale igienico-sanitario.
Una giornata importante quella di oggi, un momento di lotta e di rivendicazione di diritti per la comunità delle donne e la comunità LGBTQIA+, per dare una risposta netta e unitaria a tutte le forme di violenza sistematicamente inflitte.
“Lo sciopero femminista e transfemminista è un’occasione importante per rispedire al mittente tutte le diverse forme di assoggettamento che costantemente subiamo e per mettere in collegamento le nostre diverse condizioni di vita così da costruire una forza collettiva in grado di opporsi a vittimizzazione e strumentalizzazione. Lo sciopero dell’8 marzo è un momento di sabotaggio di un sistema che vuole metterci e lasciarci ai margini, che ci sottrae giorno dopo giorno legittimità, diritti e servizi fondamentali. A questa tendenza noi rispondiamo con un emblematico ‘LOTTO OVUNQUE’, perché ovunque troviamo forme di sfruttamento e persecuzione. Nei posti di lavoro, fra le mura domestiche, nei nostri quartieri, nelle scuole e nelle università. Dopo due anni di pandemia, poi, che hanno colpito duramente le condizioni di vita e di lavoro, in particolare delle donne e della comunità LGBTQ+, assume un’importanza del tutto particolare l’appuntamento di oggi perché materializza nuovamente la necessaria riappropriazione dello spazio pubblico” afferma Roberta di Non una di meno Palermo.
Interventi al microfono delle diverse anime partecipanti, un dibattito con gli studenti e le studentesse sulla condizione delle donne Afghane, performance a cura delle donne dello Zen.
Le studentesse dell’Istituto Superiore Ferrara e Meli hanno, poi, eseguito il flashmob “El violador eres tu” e WomenOrchestra ne ha realizzato uno contro la guerra. “Lo sciopero dell’8 Marzo è anche sciopero contro la guerra e contro il riarmo. L’ invasione dell’Ucraina da parte della Russia ci chiama a ribadire la necessità di lottare collettivamente per rovesciare questo sistema basato sulla violenza strutturale, di cui le guerre sono una delle espressioni più organizzate e intense. Rifiutiamo la narrazione eccezionalista ed eurocentrica di questa guerra, che ci vuole da una parte o dall’altra. Noi non siamo né con la NATO né con Putin!”. Non mancano in piazza i simboli femministi contro la guerra e cartelli che recitano “Feminist Antiwar Resistance”, “Contro ogni guerra”.