Palermo, voto di scambio politico-mafioso: accuse e contraddizioni

Palermo, voto di scambio politico-mafioso: accuse e contraddizioni

Il Riesame respinge i ricorsi dei tre arrestati prima delle elezioni regionali

PALERMO – Il Tribunale del Riesame ha respinto le richieste di scarcerazione. Resta ai domiciliari (concessi in precedenza dal gip anche se è ancora in cella perché mancano i braccialetti elettronici) Salvatore Ferrigno, 62 anni, candidato alle ultime elezioni regionali nei Popolari Autonomisti di Raffaele Lombardo, e restano in carcere il boss Giuseppe Lo Duca e Piera Loiacono.

Sono tutti e tre indagati per scambio elettorale politico-mafioso. Secondo gli inquirenti, Ferrigno avrebbe promesso favori e denaro all’esponente di Cosa nostra in cambio di voti. A sostegno dell’accusa ci sono diverse intercettazioni ambientali e pedinamenti.

I carabinieri del Nucleo investigativo hanno filmato il passaggio di denaro da Ferrigno a Loiacono all’interno di un bar. L’inchiesta è coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido e dai sostituti Giovanni Antoci e Alfredo Gagliardi della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.

Ferrigno, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, avrebbe detto che i soldi – mille euro in tutto – servivano per la campagna elettorale. Conosce Lo Duca perché sono compaesani, ma nulla sa del suo profilo mafioso visto che da anni si era trasferito a vivere in America dove fa il broker assicurativo.

A contattarlo sarebbe stata la donna per proporgli il suo appoggio elettorale. Loiacono, ex assessore a Campofelice di Fitalia, piccolo comune nel Palermitano, che in passato si era candidata senza successo alla presidenza della Regione, si sarebbe presentata come un soggetto in grado di garantire un pacchetto di voti. Si è parlato genericamente di progetti da portare avanti, qualora avesse ottenuto l’elezione.

Niente di illecito, dunque. Stessa cosa ha detto la donna. I soldi servivano per i manifesti e i volantini elettorali. Nulla sapeva del peso mafioso di Lo Duca, circostanza che però viene smentita dalle intercettazioni in cui facevano riferimento a Cosa Nostra. “Si scherzava”, ha spiegato al donna.

C’è un punto in cui i due si contraddicono. Ferrigno ha sostenuto che fu Loiacono a presentargli Lo Duca, mentre la donna, al contrario, ha detto che è stato Ferrigno a dirle di rivolgersi al mafioso anche se se solo per affiggere i manifesti.


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