PALERMO – L’inchiesta è chiusa. In trentasei nei giorni scorsi hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini. Ci sono i presunti boss di Carini e Terrasini, che appartengono al mandamento San Lorenzo, coloro che avrebbe gestito gli affari della droga e il sempre più redditizio settore delle scommesse clandestine.
L’avviso della Procura di Palermo coinvolge anche il sindaco di Terrasini, Giousuè Maniaci, a cui vengono contestate presunte irregolarità nella gestione di un sub appalto nel cantiere per la riqualificazione del lungomare.
“Non comprendiamo perché la vicenda sia stata inserita nel contesto di un’altra indagine con la quale il sindaco non ha nulla a che fare. In ogni caso – spiegano gli avvocati Giovanni e Alfonso Di Benedetto – si d’ora siamo convinti di potere smentire documentalmente la contestazione”.
Chi sono gli indagati
L’avviso di conclusione delle indagini, firmato dai pubblici ministeri Giovanni Antoci e Giacomo Brandini, è stato notificato a Giuseppe Lo Duca, 52 anni (associazione mafiosa e associazione finalizzata al traffico di droga), Giuseppe Passalacqua, 55 anni (associazione finalizzata al traffico di droga), Salvatore Prano, 58 anni (mafia), Mirko Lo Iacono, 28 anni (estorsione), Giuseppe Basile, 29 anni (estorsione), Stefano Randazzo, 26 anni (estorsione), Andrea Giambanco, 59 anni (associazione finalizzata al traffico di droga), Alfonso Zinna, 27 anni (associazione finalizzata al traffico di droga).
Giuseppe Cosenza 50 anni (associazione finalizzata al traffico di droga), Vito Cardinale, 42 anni (associazione finalizzata al traffico di droga), Giuseppe Caruso, 49 anni (associazione finalizzata al traffico di droga), Alessio Steri, 37 anni (associazione finalizzata al traffico di droga), Guido Massaro, 32 anni (associazione finalizzata al traffico di droga), Gianfilippo Libonati, 46 anni (associazione finalizzata al traffico di droga”, Vincenza Dragotto, 43 anni (associazione finalizzata al traffico di droga), Vincenzo Guccione, 22 anni (associazione finalizzata al traffico di droga), Mirko Bevilacqua, 24 anni (associazione finalizzata al traffico di droga):
Ed ancora: Angelo Barone, 40 anni (mafia e scommesse clandestine), Roberto Barone, 59 anni (mafia), Luca Lentini, 40 anni (mafia), Salvatore Cataldo, 75 anni (mafia), Umberto Ferrigno, 68 anni (mafia), Giuseppe Stanzione, 67 anni (mafia), Giovanni Romano, 38 anni (mafia), Giuseppe Pisciotta, 37 anni (mafia), Emanuele Bommarito, 44 anni (Mafia), Alfonso D’Anna, 68 anni (mafia), Salvatore D’Anna 64 anni (mafia), Davide Minore, 43 anni (mafia), Giuseppe Valgellini, 46 anni (mafia), Salvatore Minore, 40 anni, Benedetto Bacchi, 52 anni (estorsione e lesioni), Gioacchino Riella, 53 anni (estorsione).
La vicenda del sub appalto
Salvatore Trentacoste, 52 anni, Antonino Zitelli, 65 anni, e Giosuè Maniaci sono indagati per la concessione irregolare di un sub appalto. In particolare, il sindaco di Terrasini avrebbe messo in contatto i due imprenditori. Nell’avviso si legge: “Sollecitando e favorendo la conclusione e l’esecuzione dell’accordo tra le parti” per un sub appalto da 149 mila euro “senza l’autorizzazione dell’Autorità competente”. Gli investigatori ascoltavano gli indagati ed è saltata fuori la vicenda dei lavori.
Mafia e scommesse
“L’imprenditore che ha navigato Cosa nostra dall’era della riffa a quella dei lucrosi affari dei giochi e delle scommesse telematiche”, così i magistrati di Palermo tracciarono il profilo di Angelo Barone. Avrebbe messo in piedi un sistema di agenzie di scommesse controllate direttamente e altre in cui sarebbero state piazzate le piattaforme di raccolta delle puntate.
Barone, socio di alcuni tra i principali siti nazionali di scommesse on line, sarebbe diventato l’uomo d’oro del mandamento mafioso di Tommaso Natale. È nato a Carini ed è nel paese alle porte di Palermo che i carabinieri hanno registrato i suoi primi contatti mafiosi.
Già nel 2022 Angelo Barone e il padre Roberto discutevano di affari con Giuseppe Lo Duca di Carini: “… noi ti diamo la possibilità di fare tutto quello che vuoi… tu… hai la tua macchina… ti diamo il prodotto, te lo gestisci… “.
“Questo signore è un amico nostro di quello per vero”, disse Lo Duca il giorno che presentò Angelo Barone ad alcuni personaggi di Cinisi dove contavano di espandere i loro affari. Un’altra volta fu ancora più esplicito: “… siamo amici da una vita e siamo della stessa chiesa capiamoci”
È grazie ai rapporti con Nunzio Serio, capo mandamento di San Lorenzo-Tommaso Natale, che Barone avrebbe trovato la spinta della loro espansione commerciale. “Ti porto… i soldi”, diceva Barone a Serio.

