PALERMO – Si frattura tibia e perone il 15 dicembre e viene operato il 7 gennaio. La disavventura che un lettore racconta a Livesicilia è l’ennesima fotografia di una sanità in enorme difficoltà. Stavolta accade nel reparto di Ortopedia del Policlinico di Palermo.
“Ho trovato grande professionalità nei medici, quella di mio padre è una storia a lieto fine ma è indegna per un paese civile”, spiega Damiano Arena, figlio dell’anziano che si è fatto male cadendo in casa.
“Avventura kafkiana”
“Da lì è iniziata un’avventura kafkiana, probabilmente una delle tante che colpiscono i siciliani che si affidano al Servizio sanitario nazionale – spiega Arena, professore e consigliere comunale a Mazzarino in provincia di Caltanissetta dove lo scorso giugno non è stato eletto sindaco -, cosa tuttavia non concepibile nel 2025 in un paese evoluto e civile come l’Italia”.
In attesa del posto in reparto
In Pronto soccorso gli assegnano un codice giallo alle 15, dopo aver effettuato i controlli di routine (radiografia, analisi del sangue, pressione etc..) “mio padre si ritrova da solo in astanteria, reparto a cui non può avere accesso nessun parente, e alle 23 (dopo 8h al freddo!) gli viene comunicato di tornare a casa in attesa che si liberi un posto nel reparto di ortopedia”.
“Solo otto posti letto”
“Già così potrebbe chiudersi il racconto: un sessantacinquenne con gamba fratturata deve tornare a casa da solo, salire un piano a piedi e aspettare per qualche giorno che arrivi la chiamata – prosegue – perché il Policlinico di Palermo (capoluogo della regione più grande d’Italia e città metropolita di oltre 1 milione di abitanti) conta su un reparto di ortopedia con solo otto posti posti letto: 4 per le donne e 4 per gli uomini. Siamo già oltre la follia, ma pare che negli ospedali del capoluogo questa è la normalità”.
Inizia un incrocio di telefonate tra Arena, che vive a Milano, la sorella che abita a Trieste, la madre a Palermo e il padre sessantacinquenne in ospedale. Si presta un amico per aiutarlo, “ma a quel punto ecco il colpo di scena: c’è un posto in Osservazione breve intensiva). Dopo 48 ore di attesa mio padre viene finalmente spostato in reparto e sottoposto all’inserimento dei ferri nella gamba e conseguente riallineamento osseo”.
Nuovo appuntamento per il 27 dicembre, gamba pronta per l’intervento (inserimento della placca), “però a quanto pare dal 20 dicembre al 7 gennaio non sono previsti interventi di routine (e poi siamo noi insegnanti che facciamo le vacanze lunghe”). Finalmente il 3 gennaio si libera un posto in reparto e il 7 viene operato.
“Tutto ciò è normale?”
“Onestamente non ho idea di come funzioni un reparto ospedaliero e non voglio scadere nella facile demagogia e nel populismo più becero: ma è normale, nel 2025, rompersi una gamba il 15 dicembre e venire operati il 7 gennaio?”, si chiede Arena. La vicenda si inserisce in un contesto segnato da ritardi, denunce e morti sospette in altri ospedali palermitani che ha finito per provocare ripercussioni politiche.
La replica
Sui tempi dal Policlinico spiegano che il paziente “è stato ricoverato al pronto soccorso il 15 dicembre, poi trasferito in Ortopedia il 17, senza ritornare a casa, e operato il 19 dicembre per la riduzione della frattura e la stabilizzazione con tutore. Viene dimesso il 20 dicembre, rientra il 3 gennaio 2015 e operato il 7 nel rispetto dei tempi per il completamento della procedura di applicazione della placca chirurgica. Infine le dimissioni il 9 gennaio 2025″.
Dunque il paziente “in continuità assistenziale dal pronto soccorso passa dopo i primi accertamenti in Osservazione, viene dimesso perché occorre del tempo per far guarire i tessuti, evitando incisioni cutanee in zona di sofferenza, riducendo il rischio di infezione, per poi intervenire con l’inserimento della placca , cosa che è avvenuta il 7 gennaio”.
In merito ai posti letto dal Policlinico precisano che “il numero indicato dal signor Arena è errato. In quei giorni risultavano ricoverati 20-25 pazienti e la sala operatoria ha lavorato a pieno regime rinviando interventi differibili in favore di interventi urgenti quali fratture dell’arto superiore e inferiore”.