PALERMO – Se lo straordinario diventa ordinario è chiaro che qualcosa non va. E va proprio così al cimitero dei Rotoli di Palermo dove, da molti mesi, ci sono diverse bare accatastate in attesa di ricevere una degna sepoltura ma tra tensostruttre e deposito si supera la quota di 800 bare in attesa.
All’interno del più grande cimitero della città c’è, o forse c’era, anche il forno crematorio che da marzo 2019 è fermo in attesa di opere di manutenzione che, però, non arrivano. A questo si aggiunge anche il caos negli uffici cimiteriali che possono contare su poco personale a disposizione che, spesso, è costretto a turni di lavoro estenuanti e faticosi.
È indubbio che il cronopogramma stilato lo scorso settembre dal sindaco Leoluca Orlando è andato a fondo. Il primo step prevedeva il trasporto di 75 salme al cimitero di Sant’Orsola entro il 31 ottobre, così non è stato perché alcune famiglie non hanno aderito. Da lì si sarebbe passati all’inumazione di 5 salme a settimana ma il campo di inumazione ha bisogno di una grossa manutenzione e non è chiaro a chi tocchi inumare la salme con un rimpallo di responsabilità.
Intanto le salme rimangono ‘parcheggiate’ dove non dovrebbero e questo fa aumentare la rabbia dei familiari.
Una soluzione, ma non per l’immediato, potrebbe essere il nuovo cimitero a Ciaculli. Quello, però, ha bisogno di tempo per essere realizzato quindi si deve cercare una via alternativa per uscire dall’emergenza.
La quarta commissione consiliare, presieduta da Gianluca Inzerillo, “ha dato diverse soluzioni e decine di idee che permetterebbero di eliminare o diminuire questo deposito che è veramente indecente. Le cose fatte sono veramente poche“. A dichiararlo è proprio il presidente della quarta commissione.
“In questi mesi si tende a precisare se le bare a deposito sono 878 piuttosto che 879 ma rendiamoci conto che poco cambia – ha continuato il consigliere Inzerillo componente di Sicilia Futura -. La situazione non si riesce a risolvere e, secondo me, non si risolverà”.
All’interno del cimitero ci sono due tecnostrutture che ospitano diverse bare e “molte di queste sono qui da marzo 2020, soprattutto quelle che dovranno essere inumate perché il campo è bloccata da tempo“. Lo precisa il consigliere comunale e del M5S Antonino Randazzo, anche lui componente della quarta commissione. “Le salme a deposito sono circa 900. Questa è la maggiore emergenza della città. Purtroppo le difficoltà sono tante dovute alla cattiva gestione degli ultimi venti o trent’anni. Adesso si prova a trovare la soluzione ed è tutto complicato; si va dal forno crematorio da riparare o ad uno nuovo, ai campi di inumazione che sono bloccati perché da maggio 2021 manca addirittura l’autista che possa guidare il bobcat per fare gli scavi e recuperare qualche posto“.
“La realizzazione del nuovo cimitero a Ciaculli, così come è progettato, non è una soluzione – spiega il presidente della quarta commissione Gianluca Inzerillo -. Delle salme che sono a deposito circa il 70% è in attesa di essere inumato. I cittadini palermitani chiedono che i propri cari vengano messi nella nuda terra. La realizzazione di nuove sepolture non è una soluzione. Ho chiesto all’assessore Sala se qualcuno si è mai curato di verificare se in città esistono dei terreni da utilizzare per realizzare dei campi di inumazione, da PRG sappiamo che l’unico individuato è questo di Ciaculli che non si presta a questa soluzione e come si vede dal progetto lo spazio dedicato ai campi di inumazione è pochissimo“.
Randazzo è abbastanza critico nei confronti dell’amministrazione comunale che “ha il dovere di occuparsi di questa vicenda e, mi dispiace dirlo, secondo me non lo fa con la giusta attenzione“.
Secondo il consigliere componete del M5S la soluzione non sarà facile da trovare in maniera immediata e una di queste potrebbe essere l’inumazione che “permetterebbe in un anno e mezzo di aver nuovamente parecchi loculi a disposizione perché delle circa 900 bare in deposito quasi 700 attendono di essere inumate e sono bloccate dal 2020“.
“La politica da questo punto di vista ha fallito e l’unica cosa da fare è commissariare i servizi cimiteriali, in questo modo il commissario dello Stato potrà occuparsi del problema e non imbattersi nei meandri burocratici che non hanno permesso la realizzazione di alcunché – ha concluso Inzerillo -, uno di questi è il forno crematorio fermo da marzo 2019 e a gennaio 2022 non abbiamo nemmeno la speranza che inizino i lavori nemmeno tra qualche mese“.