Politica e potere: milioni bruciati per il ponte che non c'è - Live Sicilia

Politica e potere: milioni bruciati per il ponte che non c’è

Commenti

    Il progetto del ponte è come la pubblica amministrazione per i politici regionali. Fanno di tutto per non farla funzionare, per fare così clientelismo, affari sporchi e raccogliere voti, che se il ponte si facesse o la regione funzionasse non potrebbero fare.

    Ho letto l’articolo, contiene un’analisi molto ben dettagliata, ricca di particolari interessanti.
    L’estensore avrà sicuramente ragione, ma gli sprechi in Italia sono infiniti, basta pensare ai banchi a rotelle del governo Conte… oppure ai soldi regalati alla Fiat di Termini Imerese che poi ha sbattuto le porte in faccia…soldi dei buttati al vento!!!
    il tema è un altro:
    In un momento così delicato, in cui si intravede la possibilità concreta di farlo questo ponte, da siciliani, continuare a fare polemiche giornalistiche, rivangare il passato non è utile, anzi è dannoso, perché aiuta coloro i quali non lo vogliono questo ponte e vogliono usare le risorse in altre regioni.
    Il ponte è l’unica Opera che potrebbe cambiare la storia del mezzogiorno d’Italia.
    Evitiamo polemiche, NON é IL MOMENTO, andiamo allo scopo se vogliamo uscire dal sottosviluppo.

    Il ponte ovvero l’assalto alla diligenza! Possibile miniera d’oro per i soliti noti

    Andate a leggere la storia del tunnel sottomarino inaugurato a dicembre 2020 nelle isole Faer Oer, in mezzo all’oceano Atlantico, in un area fortemente sismica. Posa della prima pietra luglio 2017; lunghezza 4 volte la lunghezza del ponte sullo stretto; costo 135 mln di euro. Ponte Messina costo ad oggi circa 400 mln di euro per studi di fattibilità e niente opera ad oggi; lunghezza un quarto del tunnel delle Faer Oer; posa prima pietra no; tempi di realizzazione certamente non 3 anni. E’ necessario aggiungere altro?

    Mi chiedo se il politico che sostiene il ponte sullo stretto di Messina è a conoscenza dei seguenti fatti:
    1) in nessuno dei primi 10 ponti sospesi a grande campata passa una ferrovia. Neppure nei più recenti: il Second Humen Bridge (1668 mt) in Cina è del 2019, il Second Dongtinghu Bridge (1480 mt), pure cinese, è 2018.
    2) l’ Osman Gazi Bridge (1550mt) in Turchia è stato costruito appena cinque anni or sono, dalla Webuild ex Impregilo di Salini, la stessa azienda che dovrebbe costruire quello di Messina, e neppure qui passa una ferrovia.
    3) nel ponte sospeso più grande del mondo, l’ Akashi (Giappone), con una campata lunga 1999 mt., nel progetto era prevista una ferrovia ma in fase di realizzazione è stata eliminata. Nel Storebæltsbroen bridge, il viadotto più grande in Europa (1624 mt), strada e ferrovia corrono per un certo tratto ma al momento del gran salto sul ponte ci passa solo la strada, la ferrovia prende la via di un tunnel sottomarino (v. immagine)
    Sottolineo il fatto che si tratta di ponti molto più piccoli, del ponte di Messina.
    E 5) “The Innovative Bridge Design Handbook: Construction, Rehabilitation, and Maintenance.” Il testo di riferimento a livello mondiale dell’ingegneria pontistica, che riunisce le conoscenze specifiche di uno stuolo di esperti e accademici in ingegneria dei ponti nelle aree di progettazione, valutazione, ricerca e costruzione e prospettive future, il progetto Ponte di Messina della Webuild non lo cita neppure.
    Francamente alla luce di questi rilievi è quantomeno legittimo il dubbio sulla fattibilità di un ponte sospeso, con una campata di 3.300 mt., dove passa pure una ferrovia, peraltro in una zona ad altissimo rischio sismico.
    Ora a mio modesto avviso investire una enorme quantità di denaro pubblico, giacché L’UE e i privati (Project Finanging) non ci mettono un €, in un opera di dubbia, molto dubbia, fattibilità, in una regione all’anno 0 per infrastrutture, con reti autostradali e ferroviarie da terzo mondo, indegne di un paese civile mi pare pura follia, un rischio che non possiamo correre. Si investa piuttosto nell’allineare le nostre infrastrutture, reti stradali e ferroviarie comprese, agli standard europei.

    Quindi in base alle sue illuminate teorie, non scientifiche, supportate da supposizione vorresti condannare la sicilia all’emarginazione…tutti quelli che hanno studiato il problema sarebbero cialtroni o millantatori!!
    Ma basta…
    i nemici della sicilia sono quelli che fanno questi ragionamenti, Mentre La sicilia rimane isolata, le altre opere infrastrutturali non si fanno lo stesso,
    l’inquinamento sullo stretto avvelena le persone ,
    gli armatori dei traghetti si arricchiscono.
    E i siciliani muoiono di fame
    Finiamola!!!

    “illuminate teorie, non scientifiche,”? Mi sono limitato a esporre i fatti. Al mondo in nessun ponte sospeso, anche nei più recenti, passa la ferrovia. Si tratta peraltro di ponti molto più piccoli, direi quasi, ingegneristicamente parlando, “Lillipuziani” rispetto a quello di Messina. Fatti non parole.

    Non mi pare di avere espresso alcuna “teoria illuminata e non scientifica”. Ho solo messo in evidenza fatti reali e inoppugnabili primo dei quali che in nessun angolo del mondo esistono ponti sospesi a grande campata, per l’esattezza superiore a 1.408 mtdove è stato possibile istallare una tratta ferrata. Neppure nei più recenti.
    Non mi sogno neppure di tacciare tutti quelli che hanno studiato il problema di cialtroneria o altro ma una cosa sono i progetti ed un’altra la realizzazione di opere complesse ed è un dato di fatto che ci sono tante grandi opere, firmate da autentiche archistar che si sono rivelate un immane sperpero di denaro pubblico quando non hanno causato lutti e distruzioni. Un esempio per tutte, proprio attuale, il Mose, un opera iniziata quasi vent’anni or sono, non ancora completata, costata tre volte il preventivato, al centro di scandali e procedimenti giudiziari, che si sta rivelando un flop gigantesco per tutta una serie di criticità.
    Il testo che ho citato, “The Innovative Bridge Design Handbook: Construction, Rehabilitation, and Maintenance.” È l’opera di riferimento a livello mondiale dell’ingegneria pontistica, che riunisce le conoscenze specifiche di uno stuolo di esperti e accademici in ingegneria dei ponti nelle aree di progettazione, valutazione, ricerca e costruzione e prospettive future. E’ indicativo, a mio avviso come nel capitolo conclusivo sancisca chiaramente come la possibilità di “alzare l’asticella” rispetto alle dimensioni finora raggiunte dalle campate e raggiungere i 2000 metri sia ancora un traguardo remoto, ribadendo il concetto che i progetti non dovrebbero allontanarsi troppo dai precedenti in termini di dimensioni e campate, nel rispetto del principio di progressi continui e graduali.
    Sono dei cialtroni e dei millantatori questi per lei?
    Penso che al cospetto di queste evidenze sia legittimo vedere l’avvio di un cantiere per il ponte sullo Stretto come un autentico salto nel buio, una scommessa, con tutti i rischi annessi e connessi. A mio avviso, con tutto il rispetto di chi la pensa diversamente, è un azzardo che una regione come la nostra, all’anno 0 come infrastrutture, non può permettersi. Si investa piuttosto nell’ammodernamento nelle reti autostradali e ferroviarie, nei porti dell’Isola, allineandole agli standard europei: darebbe tanto più lavoro di qualsiasi ponte e in un ultima analisi rappresentano il vero“collo di bottiglia e la “palla al piede” dell’economia e dello sviluppo della nostra beneamata regione.

    Non discuto le ricerche fatte sull’argomento e sicuramente il ponte sullo stretto è un opera complessa, ma legga il post sul tunnel sottomarino, che è reale e documentato. Ovunque nel mondo vengono realizzate opere di ingegneria non meno ardite e complesse del ponte e in tempi e con costi plausibili. Il problema sono i 30 anni di chiacchiere e i costi sostenuti per non avere nulla ancora. Questo è scandaloso. Una cultura del non fare davvero indecente. Nel frattempo sempre in quelle isole famose stanno progettando, per realizzarlo, un tunnel di 20 km che termineranno in altri 4 o 5 anni, senza approfondimenti progettuali infiniti, perizie di variante e simili, naturalmente tutto a carico del.contribuente che paga.

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Dionisi: pensavo che peggio di Corini non poteva esserci nulla. Invece cè Dionisi che oltretutto , sta rovinando anche giocatori che invece sono il vero capitale della società. Non pervenuto quindi deve andare via. Il portierino rosa invece meglio che dia posto a Sirjgu che certamente sa registrarsi al meglio la difesa dandogli anche serenità

...del Palermo: una squadra nei secoli scarsa, con un paio di finali di Coppa Italia, qualche partecipazione europea, pochi affacci in A fra lunghi periodi nelle serie inferiori. Ma sempre tifosi allo stadio nonostante insuccessi di fila per poter dire io c'ero(?). Forse Il Palermo è una squadra per rassegnati. O è il Palermo a non meritare questi tifosi?

La riforma della giustizia è sempre più urgente. Poi se si modificassero anche certi favoritismi a vantaggio degli indagati,come per esempio,le riduzioni di pena,forse migliorerebbero le cose. Chi commette un reato sa che va incontro a quella pena e basta. Se sono 5 anni,devi scontare cinque anni e così via.

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