Catania: poltrone e dimissioni: i sassolini di Pogliese - Live Sicilia

Poltrone, elezioni, dimissioni: i sassolini nelle scarpe di Pogliese

Nel lungo addio alla città l'esponente meloniano scocca qualche frecciatina. Neppure troppo velata.

CATANIA – La versione di Salvo arriva soltanto alla fine, nel giorno in cui ha appeso definitivamente la fascia tricolore al chiodo e protocollato la rinuncia alla carica di primo cittadino. Ma arriva. Dimissioni, dunque (una “decisione molto sofferta e a lungo ponderata”). Nell’annunciarle, Pogliese mette in chiaro le motivazioni che lo hanno portato a procrastinare un’opzione che da tempo faceva capolino dentro e fuori i palazzi. La data spartiacque è quella del 24 gennaio scorso, quando la Prefettura ha ripristinato la sospensione figlia dell’applicazione della controversa legge Severino. 

Il riserbo

Da allora, Salvo Pogliese ha deciso di non parlare pubblicamente su questioni inerenti il futuro della macchina comunale. Un profilo – in parte frustrante – dettato dall’obbligo di legge che impone a un sindaco alienato dalle sue funzioni di non interferire con l’agenda amministrativa. Ma anche dall’evoluzione di due calendari paralleli. Quello giudiziario (l’apertura del processo d’appello per il reato di peculato è slittata a ottobre) e quello politico (l’eventuale dossier catanese avrebbe congestionato la scorsa finestra amministrativa, con le piazze di Palermo e Messina già al voto tra i travagli del centrodestra). 

Salvo Pogliese è tornato a parlare per dire la sua e togliersi qualche sassolino dalle scarpe. “Le mie dimissioni dalla carica di Sindaco hanno sempre aleggiato fra gli addetti ai lavori e sulla stampa, seppure chi le invocasse di giorno facesse di tutto per scongiurarle di notte”, l’ormai ex primo cittadino va – tra le righe – all’attacco delle diverse anime dell’opposizione. Partito democratico, Movimento cinque stelle e, in ultimo, il blocco che fa riferimento oggi a Prima l’Italia (cioè Lega più ex Catania 2.0). Nonostante gli annunci, le prime due devono ancora organizzarsi per un ritorno immediato al voto. L’altra forza, invece, scalpita affinché possa prendere in mano le redini nel centrodestra etneo. Lanfranco Zappalà, intanto, è già in campo.

Bonaccorsi

Superati i tempi tecnici per un ritorno al voto durante la primavera scorsa, Pogliese ha preferito che a guidare la macchina fosse Roberto Bonaccorsi. E non un commissario che, per le coincidenze di un calendario fitto di appuntamenti elettorali, potrebbe restare in carica fino a giugno prossimo. Non c’è infatti alcun automatismo tra le dimissioni e l’immediato ricorso alle urne. Neanche ora.

Ecco Pogliese: “Le tante scadenze determinanti per la vita di Catania, dalla spesa dei fondi comunitari ai progetti del Pnrr, e la necessità di dare continuità al processo di risanamento del bilancio mi hanno convinto – scrive –  a non presentare le dimissioni, garantendo continuità amministrativa a una Città provata dal dissesto causato da altri e con un debito complessivo di un miliardo e seicento milioni di euro”.

In passato, lo stesso Pogliese aveva confidato che la scelta di essere affiancato da Bonaccorsi nasceva dalla volontà di lasciare il volante, qualora si fosse presentato un caso avverso, a chi già conosceva le finanze comunali e le liturgie amministrative. Il caso si è presentato con gli effetti della sentenza di Palermo. Pogliese intanto ribadisce la linea dell’onestà e va avanti: “Lascio anche nella fondata speranza di poter dimostrare come la mia vicenda giudiziaria, causa della sospensione, si risolverà nell’unico modo possibile, dimostrando la mia totale e assoluta estraneità ai fatti contestati”.

I tempi

I tempi delle dimissioni coincidono con quelli prescritti dalla normativa affinché Pogliese possa concorrere per Roma con Fratelli d’Italia. Nella nota inviata alla stampa non c’è però alcun accenno alla cosa. C’è semmai la sottolineatura che il momento delle dimissioni era “stato individuato ben prima della crisi, imprevedibile, del Governo Draghi”. Ogni altra decisione è ora nelle mani di Giorgia Meloni, che dovrà valutare sull’opportunità anche interna di una scelta non priva di incognite.

Pogliese intanto si dice “sereno”, rivendicando alcuni degli obiettivi raggiunti soprattutto sul versante della gestione dei conti e della rimodulazione dell’assetto delle partecipate (gli accorpamenti di Amt e SoStare e di Sidra con Catania rete gas). “L’unico dispiacere è di non aver concluso, mio malgrado, un percorso che ha già dato frutti importanti”.

Intanto, dai banchi del centrodestra catanese, non sono arrivate note di solidarietà al sindaco che lascia. Eccetto dai “suoi”.


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