PALERMO – Fratelli d’Italia accantona definitivamente l’introduzione del voto diretto nelle Province in Sicilia nel 2025, invita il presidente della Regione Renato Schifani a mettere in moto la macchina per le elezioni di secondo livello e rinvia il suffragio universale per Città metropolitane e Liberi consorzi al 2026. Lo fa con l’intervento del capogruppo dei meloniani all’Ars, Giorgio Assenza, alla convention ‘La Sicilia che vorrei’ di Cateno De Luca.
Province, il dossier alla convention di De Luca
Ad aprire il dossier Province è il deputato deluchiano Francesco Gallo. “Bene il premierato e l’elezione diretta del presidente del Consiglio, ma perché non si fa altrettanto con i presidenti di Provincia e i consiglieri provinciali?”. La domanda viene rivolta indirettamente all’esponente del partito che ha bloccato ogni ipotesi di legge regionale per la reintroduzione del voto diretto nelle Province.
Assenza: “Province? Voto diretto nel 2026”
Assenza decide di non evitare il tema e quando è il suo turno, nell’affollata assemblea costituente di Sud chiama Nord con oltre 1.200 persone in sala e almeno un centinaio di militanti rimasti all’esterno, risponde nel merito. “Tutto si può dire tranne che FdI non sia per l’elezione diretta, ma altra cosa è avventurarsi in un percorso normativo che è già stato bocciato dalla Corte costituzionale”, sottolinea.
I meloniani guardano al 2026 per la reintroduzione del suffragio universale per Città metropolitane e Liberi consorzi di comuni. “Penso che per quell’anno quest’obiettivo potrà essere raggiunto non soltanto in Sicilia ma in tutta Italia”, osserva Assenza. Fratelli d’Italia, quindi, conferma che sarà una norma nazionale a mandare in soffitta la legge Delrio per tutta Italia, a differenza di quanto previsto dall’emendamento della Lega al ddl di conversione del Decreto Emergenze che però è stato stoppato.
Assenza: “Basta commissari nelle Province”
Nelle parole del capogruppo di FdI all’Ars anche un messaggio a Palazzo d’Orleans: “Credo sia giunta l’ora di porre fine ai commissariamenti negli enti di area vasta. Le elezioni di secondo grado sono pur sempre un elemento di democraticità rispetto ai commissari che in alcune realtà durano da 12 anni”.
Pace (Dc): “La Sicilia può legiferare autonomamente”
Nel centrodestra, però, c’è chi non la pensa così. È la Dc di Totò Cuffaro, presente al San Paolo Palace con il segretario regionale Stefano Cirillo e il capogruppo all’Ars Carmelo Pace. I democristiani sono da sempre sostenitori dell’immediato ritorno al voto diretto per le Province.
Nell’intervento di Pace la replica ad Assenza: “Noi guardiamo ad una Sicilia nella quale le sorti dei territori siano decise legittimamente dai siciliani. Non dimentichiamo – ancora Pace – che siamo una regione a statuto speciale e che abbiamo potestà legislativa”. Dal capogruppo Dc poi una puntura di spillo agli alleati che a Roma non hanno dato copertura al tentativo siciliano di ritornare al voto diretto.
Il Consiglio dei ministri, infatti, ha impugnato la norma con la quale nell’ottobre scorso Sala d’Ercole annullò le elezioni di secondo grado per aprire la strada alla legge regionale di reintroduzione del voto diretto. Quel ddl è finito su un binario morto all’Ars. “Serve gettare il cuore oltre l’ostacolo e consentire ai siciliani di eleggere il proprio presidente della Provincia”, esorta adesso Pace riaprendo il capitolo di una storia infinita come quella delle Province.