PALERMO – Quella gara per il nuovo sistema informativo dell’azienda era regolare. Per questo motivo il Tar ha respinto il ricorso di una delle ditte escluse, la Gti spa che ha puntato l’indice contro l’Asp di Palermo. Ma i giudici amministrativi hanno dato ragione all’Azienda guidata da Antonio Candela, giudicando legittimi tutti gli atti che hanno portato all’affidamento.
Alla gara hanno partecipato sette concorrenti: le reti temporanee di impresa Engineering, Exprivia-GPI, Fastweb, Noemalife, Insiel Mercato, Dedalus s.p.a.- Telecom-Almaviva e il Consorzio Scrum.
Secondo la ricorrente, nel corso delle operazioni di gara sono emerse diverse anomalie, anche riguardo alla presentazione, da parte di alcuni concorrenti, di documentazione tecnica identica a quella presentata da altre partecipanti. L’accusa insomma era quella di plagio. L’Asp, secondo i ricorrenti, avrebbe consentito ad altre aziende di consultare le offerte degli altri giunte in busta e secretate.
Ma non solo. La ditta Gti ha anche contestato la composizione della commissione che ha valutato le offerte. Anche questo motivo di ricorso è stato respinto. Così, il Tar ha confermato la legittimità degli atti che hanno portato all’aggiudicazione dell’appalto alla Rti Dedalus. Si tratta di una delle tre maxi-gare inizialmente revocate da Candela a causa dei dubbi sui costi, e bandite nuovamente. La gara, era stata aggiudicata nel dicembre del 2012 per 17, 5 milioni di euro. Il nuovo capitolato dell’Asp si è fermato a 12 milioni e mezzo.
L’Azienda sanitaria provinciale 6 di Palermo, infatti, annullando ed emanando nuovi bandi di gare ha rivisto al ribasso i capitolati puntando a un risparmio di circa 25 milioni. Quasi la metà dei 50 milioni inizialmente previsti. Il Tar in passato aveva già dato il via libera a un altro degli interventi di Candela sugli appalti dell’Asp. Quello col quale il manager ha revocato appunto la gara per le manutenzioni degli impianti tecnologici. In questo caso era stata la Cofely Italia, aggiudicataria provvisoria per 15 milioni e 400 mila euro (la base d’asta era di 18 milioni e mezzo), a fare ricorso per annullare la decisione con cui l’Azienda sanitaria aveva revocato in autotutela la gara. Il Cga, accogliendo la richiesta di sospensiva avanzata dall’impresa, aveva chiesto al Tribunale amministrativo regionale di trattare nel merito la questione. E il Tar aveva sostanzialmente affermato: “L’Asp ha fatto bene a revocare quella gara”.