CATANIA – Appena un anno fa c’erano gli attivisti della sinistra extraparlamentare, e non solo, a contestarlo. Striscioni, lacrimogeni, cariche della polizia, per la visita di Matteo Renzi alla Festa dell’Unità. Vero è che, nel settembre 2016 l’ex sindaco di Firenze era Presidente del Consiglio, il clima in città era caldo e la visita era stata annunciata con sufficiente preavviso per permettere ai contestatori di organizzarsi.
Ma il paragone con il silenzio di oggi, in occasione della visita di Renzi per lanciare la candidatura di Fabrizio Micari alla presidenza della Regione, sembra evidenziare molto di più di un cambio di carica dell’ex premier, rieletto nel frattempo segretario nazionale del Partito democratico.
L’annuncio tardivo dell’arrivo di Renzi, potrebbe aver giocato un ruolo non indifferente per quanto riguarda le manifestazioni in piazza, ma le parole che il rappresentante di Catania Bene Comune, Matteo Iannitti, in prima linea nel 2016 a protestare contro il leader del Partito democratico, sembrano raccontare molto di più della politica isolana e di quella nazionale. “Il Segretario nazionale del Pd Matteo Renzi sarà oggi a Catania. Nessuna piazza, nessun comizio. Alle 15 sarà all’hotel centrale di via Etnea. Per una granita…evidentemente. Contestarli sarebbe come sparare sulla croce rossa”.
E in effetti, in via Etnea, dove si trova l’hotel scelto dal segretario per il mini comizio, si scorge solo una camionetta della polizia, appostata distante dall’albergo, in piazza Stesicoro. Per il resto, tutto sembra normale. L’aria calma del pomeriggio d’autunno viene interrotta solo dalle sirene dei Codor, impegnate in un’operazione.
