Sicilia gialla: riprendiamoci la vita - Live Sicilia

Riprendiamoci la vita

Oggi la Sicilia torna in giallo dopo mesi. L'arma per non tornare alle restrizioni più severe c'è: è il vaccino.
CORONAVIRUS
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Da oggi la Sicilia prova a riprendersi la vita. Un gran pezzo di vita. L’isola torna in giallo dopo lunghissimi mesi di rosso e arancione. E per la prima volta sperimenta il “nuovo giallo”, quello che rispetto al passato non vieta più alcune cose, ad esempio la possibilità di cenare fuori, all’aperto per il momento. È una giornata importante questa. La sofferenza psicologica di questi ultimi mesi, arrivato al culmine di un anno lunghissimo e carico di angosce e paure, è stata notevole.

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Un’arma in più

Da oggi abbiamo la possibilità di riprenderci la vita. È bene farlo con intelligenza e responsabilità. I tanti, troppi lutti, devono ricordarcelo. Dopo quattordici mesi di convivenza col virus sappiamo tutti ormai cosa è bene fare e cosa è bene evitare. L’utilizzo della mascherina, un po’ di attenzione al distanziamento sociale, un po’ di cura all’igiene delle mani. Poche e semplici buone abitudini. Ed evitare gli assembramenti, soprattutto al chiuso. La tiritera è la stessa di un anno fa ma oggi abbiamo un’arma in più per uscire dal tunnel e riprendercela tutta quella vita che ci manca, non solo un pezzo. L’arma è il vaccino.  Lì dove si è corso più di noi, i numeri parlano chiaro. In Gran Bretagna più o meno non si muore più di Covid. La vita sociale sta tornando nei Paesi che sono più avanti di noi nella vaccinazione agli standard pre-pandemia.

I numeri

Lo studio dell’Istituto superiore di Sanità parla chiaro: trentacinque giorni dopo la prima dose di vaccino, il rischio di decesso per Covid-19 diminuisce del 95 per cento; il rischio di ricovero del 90; quello di contrarre l’infezione dell’80. Dopo una sola inoculazione, senza ancora aver ricevuto il richiamo. Sono numeri che ci raccontano un futuro di liberazione dall’incubo. E che devono spingerci a correre nella campagna vaccinale. Quella in cui la Sicilia ha arrancato rispetto ad altre regioni. In Italia ieri ci sono stati 93 decessi da Covid, il dato più basso da sette mesi, tre soli in Sicilia. La luce si vede in fondo al tunnel.

Un nuovo passo

La sventurata coincidenza di una serie di tragiche morti concentrate nell’Isola ha alimentato diffidenza, l’atteggiamento ondivago delle istituzioni su Astrazeneca l’ha rafforzata, tutto questo ha fatto sì che su alcune fasce d’età il ritardo della Sicilia nei vaccini si sia fatto consistente rispetto al resto del Paese. Negli ultimi giorni, con l’allargamento ai più giovani, fortunatamente la Sicilia si è messa a correre, con numeri importanti. È un nuovo passo che però non sarà sufficiente se non recupereremo il gap sugli over 60, che sono poi le persone che finiscono di più negli ospedali. Oggi intanto si apre la possibilità ai quarantenni di prenotarsi e c’è da aspettarsi un’altra ondata di adesioni.

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La speranza della ripresa

La bella stagione si avvicina, la fame di vita che segue alle lunghissime privazioni imposte alla libertà individuali forse farà sì che dall’estate l’economia possa riprendere a camminare. Le compagnie aeree stanno ripristinando i collegamenti con numeri importanti, su Palermo e Catania si prevede una ripresa di traffico verso i livelli pre-Covid, teatri e cinema riaprono, c’è una ripresa delle prenotazioni e si confida in una “estate lunga” per apprezzare numeri importanti. Certo, una revisione del coprifuoco alle 22 aiuterebbe.

Programmare il ritorno alla normalità

Le ferite però sono profonde e in alcuni comparti ci sono ormai solo macerie. Basti pensare ai deserti in cui si sono trasformati nelle ore d’ufficio i centri delle nostre città, con la devastazione da smart working di tutte le attività del commercio che grazie agli impiegati vivevano. È tempo di cominciare a programmare un ritorno alla normalità, quando dopo l’estate i numeri dei vaccinati saranno tali da permetterlo in maggiore sicurezza. È tempo di spingere l’acceleratore sulle opportunità del Recovery, evitando che come accaduto negli ultimi vent’anni si consumi l’ennesima rapina al Sud povero a vantaggio del Nord ricco. È tempo di riforme, di aiuti concreti, di sostegno alle attività produttive e non di elemosine. È tempo di tutto questo e molto di tutto questo non dipenderà dai siciliani. Ma ogni giorno ha la sua pena: intanto oggi riprendiamoci la vita.


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