Russo: da Mimmo a Girolamo, quando la politica si distrae un po'

Russo: da Mimmo a Girolamo, quando la politica si distrae un po’

La mancanza di attenzione e le polemiche

E fu così che Girolamo Russo – che tutti chiamavano Mimmo – dopo l’arresto, con accuse pesantissime, tornò alla sua sorgente anagrafica. Recita il comunicato di presa di distanza di Fratelli d’Italia, formazione politica in cui militava: “Girolamo Russo, da tempo semplice iscritto di Fratelli d’Italia senza più alcun ruolo nelle istituzioni, è stato immediatamente sospeso. Avrà l’occasione di difendersi nelle aule di giustizia, ma le accuse lo rendono incompatibile con Fratelli d’Italia”. 

La lontananza siderale che si vuole frapporre sta proprio nel primo rigo: in quel ‘Girolamo’ al posto del confidenziale ‘Mimmo’, come tutti, appunto, fino a ieri, lo chiamavano. Se la memoria non inganna, pure Totò Cuffaro diventò, di colpo, ‘Salvatore’, almeno in certi dispacci, dopo le note vicende.

Qui, beninteso, non ci sono ghigliottine già pronte per l’uso. Né contro l’ex consigliere che ha il diritto di essere considerato innocente, fino a prova contraria, nonostante gli addebiti, perché il garantismo vale sempre. Né contro i meloniani che hanno fatto l’unica cosa che poteva essere fatta, secondo consuetudine partitica, nei confronti di un politico transitato sotto le loro bandiere, dopo un lungo girovagare.

Casomai si potrebbe azzardare una riflessione sul rapporto tra la politica, per intero, e il personale in campo. Un discorso trasversale – da destra a sinistra, al netto delle sacrosante presunzioni di innocenza – che resta politico, non giudiziario, e che chiama in causa la selezione dei colonnelli, come dei soldati semplici.  

L’idea è che in tempi di elezioni, ma non solo, si scelga il portatore di voti, senza stare lì a sottilizzare sulla sua identità, sul significato del suo consenso e sulla sua carriera. Contano le preferenze che scintillano, negli occhi dei fabbricanti di liste, come il dollaro nello sguardo di Paperone: il resto viene (molto) dopo.

Mimmo Russo, una vita a destra, con una parentesi orlandiana, è stato il classico e redditizio collante di consensi. Uno di quei personaggi, al confine di molte esperienze, che provano a conteggiare il distillato necessario per ogni sistema di riferimento. In che modo? In questa e in altre vicende, qual è stato l’atteggiamento di chi ha accolto lui come altri? Ci si è interrogati sulla natura dei numeri? O si è salutato l’ennesimo ‘messia della crocetta sul simbolo’, senza stare troppo a guardare? Vale per Russo, oggi rinnegato da tutti, vale, appunto, per tutti.

Nessuno può criminalizzare il favore popolare di per sé e sarebbe un’utopia chiedere l’analisi del sangue completa dei candidati o dei candidabili. Ma una maggiore attenzione eviterebbe incidenti del genere, sempre che la moralità sia ancora un valore corrente. Altrimenti non resterà che aspettare il prossimo ‘Girolamo’ di turno.


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