Salvini incontra Lombardo, in Forza Italia ancora malumori - Live Sicilia

Salvini incontra Lombardo, in Forza Italia ancora malumori

Ecco cosa sta accadendo. Miccichè nella capitale la prossima settimana.

PALERMO – Centrodestra: si lavora sottotraccia. Gli annunci roboanti dei giorni scorsi lasciano il posto alle manovre carsiche. Gli occhi sono tutti puntati su Roma. Qui oggi il leader della Lega Matteo Salvini incontrerà Raffaele Lombardo. Secondo fonti autonomiste l’argomento all’ordine del giorno sarà il punto sul progetto della federazione tra le due realtà (in un primo momento messo in crisi con i nuovi ingressi) in vista degli imminenti appuntamenti elettorali. Si aspetta una nota stampa in serata.

Aspettando Giorgia Meloni

La prossima settimana, invece, toccherà a Gianfranco Miccichè fare visita al segretario del Carroccio, l’incontro non è saltato (come volevano insistenti voci di corridoio diffuse in mattinata), ma semplicemente è stato rinviato (come confermano in casa azzurra). Per il momento non si prevedono nuove scosse e si rimane in attesa di quello che emergerà venerdì dalla direzione nazionale di Fratelli D’Italia. 

Ieri su Live Sicilia il coordinatore siciliano di Forza Italia aveva pizzicato la sorella d’Italia sull’affaire candidature obbligatorie (in riferimento allo sposalizio con Musumeci e alla volontà di Miccichè di arrivare a un tavolo di coalizione con candidature plurime espressione dei diversi partiti del centrodestra) tratteggiando la suggestione di un raggruppamento di moderati già a partire dalla corsa per Palazzo delle Aquile. Parole che non sono piaciute ai frondisti di Forza Italia che sarebbero in attesa di sferrare l’attacco.

Malumori in Forza Italia

 “Con Berlusconi vivo e vegeto esiste solo Micciché. Il resto sono soltanto posizionamenti interni”, minimizzano alcuni. “Miccichè anticipa una rottura che non c’è con la Meloni: Berlusconi rimane in silenzio ma non accetterà mai una spaccatura del centrodestra”, assicurano i malpancisti azzurri. Il fronte degli scontenti si starebbe rimpolpando di giorno in giorno. Il caso è ormai a tutti gli effetti di portata nazionale. Anche per questo Antonio Tajani per il momento non si sbottona. Il dossier siciliano è una patata bollente di non poco conto: parliamo di una delle poche realtà in cui gli azzurri in termini di preferenze sono azionisti di maggioranza del centrodestra e non hanno mai avuto uno dei loro alla guida della Regione. Ipotesi che, in un’ottica di unità del campo e di suddivisione da manuale Cencelli, difficilmente potrebbe concretizzarsi a questo giro (gli azzurri governano già la Calabria, elemento che gli alleati non dimenticheranno al momento opportuno). Eppure, la mossa di Miccichè ha smosso le acque e ha aperto una breccia nella partita per Palazzo d’Orleans. “A tempo debito tutti gli alleati che sotto sotto non vogliono il bis di Musumeci gli saranno riconoscenti”, commenta qualcuno. Sono soprattutto due gli scogli che il coordinatore regionale si troverà davanti all’interno del partito siciliano: Renato Schifani, uomo noto per la pazienza elefantiaca in questo caso messa a dura prova dalla linea Miccichè e deciso a scendere in campo e affrontare frontalmente il compagno di partito e Marcello Dell’Utri. Quest’ultimo più schivo in questa fase avrebbe mandato avanti uno degli uomini a lui più vicini: il vice coordinatore regionale Riccardo Gallo (molto freddo con Miccichè dopo l’ultimo colpo di teatro). C’è soltanto da attendere, insomma. 


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