Dalla scarpa spaiata al biglietto per il teatro. L’inchiesta sul Presidente dell’Ars Gaetano Galvagno, indagato non solo per corruzione ma anche per peculato in un circuito di presunti favori con imprenditrici emergenti, faccendiere, parenti, amici ricorda tanto quei tempi quando venivano distribuiti i pacchi di pasta per ottenere il consenso elettorale o le scarpe spaiate di Achille Lauro sindaco monarchico di Napoli del dopoguerra. Achille Lauro faceva politica "con le scarpe spaiate": distribuiva ai comizi centinaia di scarpe sinistre e finiva il paio consegnando le destre solo dopo il voto, così come le banconote tagliate a metà distribuiti alla cittadinanza. Oggi non più pacchi di pasta, il clientelismo si è evoluto: biglietti per il teatro, vestiti, quadri, utilizzo improprio dell’auto blu per accompagnare amiche e parenti, buoni benzina… Anche la definizione di “clientelismo” si è modificata e nobilitata, oggi loro non fanno clientele, bensì si definiscono “facilitatori” o per dirla come si usa parlare oggi “problem solver”. Si, proprio così, risolvono problemi a chi si rivolge loro, elargiscono mance, distribuiscono consulenze, fanno favori e raccomandazioni, facilitano le assunzioni per i loro parenti, amici e amici degli amici. Chiamali come vuoi sempre abusi sono, abusi a tutti i livelli dove ruotano interessi sempre meno trasparenti e funzionali alla sopravvivenza di un sistema politico, ormai palesemente ai confini della legalità, che garantisce impunità, complicità e connivenza. Sarà compito della magistratura accertare se questi “signori” hanno commesso dei reati perseguibili penalmente, ma indipendentemente dalla verità giudiziaria c’è un tema che separa l'accertamento della responsabilità penale dalla condotta morale.
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