PALERMO – Pnrr: via libera in Commissione Sanità al mega piano da 800 milioni di euro. Con l’atto di indirizzo si chiude la fase di programmazione del piano che tra tre anni potrebbe cambiare il volto della sanità siciliana. In attesa che il piano ottenga il vaglio del ministero a fine giugno non resta che stare ad aspettare prima di entrare nella fase 2: quella operativa.
Che cosa prevede il piano
Sono 149 le opere (aggiuntive e non sostituite rispetto a quelle esistenti) presenti nel piano che contiene 44 ospedali di comunità: undici nel palermitano, dieci nel catanese, sei in provincia di Messina, 4 nel siracusano, tre a testa nelle provincie di Trapani, Agrigento e Ragusa e due ciascuno nel nisseno e nell’ennese.
Le indicazioni della Commissione
Con l’atto di indirizzo, la commissione Sanità invita l’amministrazione a “programmare la previsione di tre ospedali di comunità nei territori di Carini, Bagheria e Palazzolo Acreide, previa individuazione di linee di finanziamento regionali e/o extra regionali diverse da quelle previste per il Pnrr.” E “a volere adoperarsi per il cofinanziamento della Casa di comunità di Brancaccio a Palermo e per il cofinanziamento di un’ulteriore Casa di comunità, Spoke a Giardinello, in provincia di Palermo, prevedendone l’inserimento nella programmazione”.
Cracolici: “La vera sfida inizia adesso”
Come era trapelato dalla penultima seduta della commissione (con un via libera informale) la mediazione va a buon fine e spegne le polemiche (una su tutte le opere previste nella provincia di Palermo) che hanno accompagnato l’odissea del piano sin dai suoi esordi. Eloquente il commento del deputato del Pd, Antonello Cracolici. “Parto da un dato: questo piano era stato annunciato come un piano quasi clandestino. Abbiamo costretto il governo a discuterne in Parlamento attraverso la commissione parlamentare”, spiega a Live Sicilia. “Certamente l’assenza di grandi proteste, è la dimostrazione che si è fatto un lavoro ascoltando i territori e si è costruito un punto di equilibrio accettabile. Adesso si passa alla fase operativa: abbiamo tre anni per realizzare quanto definito da piano. La sfida è tutta qui: definito il dove dobbiamo passare al come”, argomenta il deputato dem.